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Oggi è "il gatto nero day"

Luci accese in difesa dei mici

Albina Perri
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Diabolici testimoni di riti esoterici, inseparabili compagnidelle “streghe”, messaggeri in terra dell'oscuro mondo delle tenebre, dal Medioevoa oggi, i poveri gatti dal manto corvino si sono trovati troppo spesso alcentro di superstizioni e false credenze. Ma oggi possono tirare un sospiro: sicelebra la loro giornata. “Il gatto nero day” voluto dall'Aidaa (AssociazioneItaliana difesa Animali e Ambiente) è alla terza edizione ed ha il solo scopodi valorizzare e denunciare l'eccidio di questi gatti ritenuti da moltiportatori di sfortuna. Sono più di 30.000 quelli che vengono uccisi ogni anno non solo persuperstizione, ma anche perché molti di loro vengono utilizzati in ritisacrificali pseudo-satanici e molti altri uccisi a causa del loro bellissimopelo nero che viene poi utilizzato per essere trasformato in pelliccia. Quest'anno,a differenza degli altri anni, non si svolgeranno manifestazioni o iniziativeparticolari, in diverse città italiane, ma tutti i possessori di gatti neri chein Italia sono oltre un milione, dovranno accendere una luce a una dellefinestre di casa o sul davanzale di una di esse proprio a testimoniare il loroamore per questi meravigliosi animali. Da qualche giorno è inoltre attivo l'Osservatorio Antisfiga e per la Tutela del Gatto Neropromosso dall'Associazione Animalista Aidaa, e che vede oramai molte adesionisia da parte di amanti gattofili che di etologi. “Quest'anno puntiamo tuttosu un gesto simbolico – ci dice Lorenzo Croce, presidente nazionale di AIDAA –invitiamo tutti i padroni dei gatti neri e gli amanti di questo bellissimofelino ad accendere a partire dalle 21 una luce o un lume alla propria finestraper testimoniare tutti insieme il nostro affetto e per dire basta alle pratichepseudo esoterico-sataniche volute e realizzate da dei veri decerebrati che ognianno costano la vita a migliaia di gatti colpevoli di essere talmente belli edi avere unito al loro bellissimo manto nero due altrettanto bellissimi occhiverdi”.

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