Cerca
Logo
Cerca
+

Coronavirus, "non è orticaria": occhio alle macchie sulla pelle, l'indizio decisivo

Esplora:

Melania Rizzoli
  • a
  • a
  • a

Apparentemente sembrano banali alterazioni cutanee, modeste reazioni allergiche della pelle, piccole eruzioni dermatologiche o arrossamenti localizzati da freddo, per cui la maggior parte delle volte tali manifestazioni vengono sottovalutate, curate con pomate e farmaci da banco e non sottoposte a visita dermatologica, perché imputate a un disturbo di lieve entità.

Invece, soprattutto in questo periodo epidemico, qualunque rush cutaneo di vario aspetto e morfologia, che compaia in superficie e non ricollegabile a reazioni di cure farmacologiche in corso (antibiotici, aspirina ecc), può essere la spia di lesioni sotterranee da Covid-19, poiché è ormai dimostrato che questo virus ultimamente sempre più spesso sceglie altre strade, come quella epidermica, per dare il segnale della sua infida presenza.

Uno studio tutto italiano, condotto dai ricercatori della Società Italiana di Dermatologia con l'Università degli Studi di Milano, e pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology, ha individuato 6 malattie della pelle che sono state accertate e certificate come la "spia cutanea" dell'infezione da Coronavirus associata a diversi stadi della malattia, anche se questa non era presente con i suoi classici sintomi respiratori, tosse, raffreddore, bronchite e polmonite, se non addirittura apparentemente asintomatica.

 

 

 

Manifestazioni cutanee
I 6 fenotipi cutanei correlati al Sars-Cov2 sono: un quadro clinico simile all'orticaria, con macchie rossastre e ponfi più o meno pruriginosi, che compaiono preferibilmente sugli arti inferiori, ma che possono interessare altre zone del corpo, che possono essere fugaci o persistere per oltre una settimana, e che si risolvono spontaneamente senza esiti permanenti; una eruzione cutanea simile per aspetto ai comuni esantemi infantili, tipo morbilliforme, con puntini rossastri pluridisseminati e distribuiti sia sugli arti che sul tronco; oppure una reazione cutanea tipo varicella, con microlesioni della pelle fastidiose come delle micro vescicole che simulano l'herpes cutaneo, localizzate in una sola zona o diffuse in più parti del soma; infine, tra i segni clinici con sospetto di correlazione con l'infezione da Corona, sono stati segnalati particolari lesioni delle estremità (mani e piedi) che somigliano ai comuni geloni da freddo, la tipica vasculite delle punte distali degli arti, che fanno virare il colorito della pelle delle dita delle mani e dei piedi al rosso vinoso, e le dita appaiono chiazzate con macchie simili a quelle dei lividi, con possibile evoluzione di tali lesioni in vere e proprie ulcere dolorose ed urticanti, caratteristiche manifestazioni, quelle dei geloni, delle stagioni fredde, un tempo molto diffuse, che però non erano state più osservate nella popolazione da molti anni.

Sono stati segnalati casi anche di "geloni like", ovvero lesioni insorgenti contemporaneamente in familiari (fratelli e sorelle), rendendo ancora più plausibile l'ipotesi infettiva da contagio stretto. Queste lesioni delle estremità appaiono colpire in netta maggioranza soggetti in età pediatrica, adolescenti o comunque giovani, a differenza delle altre tipologie cutanee su riportate, e tutte queste malattie della pelle quasi sempre sono presenti in assenza di sintomi generali, o lievi e sfumati, in quanto si tratterebbe di manifestazioni iniziali ed uniche quale segno di infezione asintomatica del Corona, silenziosa ma comunque contagiosa. L'interpretazione attuale è che tali sintomi siano un effetto indiretto dell'azione virale, attraverso un meccanismo di reazione immunologica che colpisce direttamente i piccoli vasi sanguigni della cute, i capillari per intenderci, e molte indagini istopatologiche in corso confermerebbero questa ipotesi. La durata di tali patologie della pelle, studiata e seguita nella ricerca italiana in oltre 300 pazienti, poi riconosciuti affetti da Covid-19, è stata di 12 giorni in media, tranne che per coloro che presentavano geloni, il cui decorso è stato di 22 giorni.

 

 

 

Decorso asintomatico
Inoltre i geloni sono stati il sintomo prevalente diagnosticato tra i giovani e sono stati associati quasi sempre a un decorso completamente asintomatico della presenza del virus, mentre tutti gli altri fenotipi cutanei erano collegati a una infezione virale poco o più o meno severa, anche se non è stata trovata una correlazione diretta tra gravità delle lesioni cutanee e quella della malattia da Sars-Cov2, mentre due importanti studi internazionali avevano dato come assunto il fatto che le lesioni della pelle più gravi fossero imputate a una forma più grave del Coronavirus, inteso come carica virale.

La pelle è stata da sempre considerata la cartina di tornasole della nostra salute, e controllarla può metterci in guardia e avvisarci su quello che accade all'interno del nostro corpo per moltissime malattie, ma in questo periodo ancora epidemico, pur non avvertendo sintomi respiratori e ritenendosi al sicuro non avendo avuto contatti stretti con persone positive, tutti coloro che presentano una apparente orticaria, un eritema esteso, un rush della pelle, una improvvisa vasculite, ecchimosi o geloni, vanno considerati possibili sintomi e spie della malattia, cosa che deve indurli necessariamente a eseguire un Tampone molecolare per confermare o escludere l'infezione virale da Covid-19, una malattia che è sempre meglio evitare, per i suoi effetti a lungo termine, e verso la quale non bisogna ancora abbassare la guardia, finché non si riesce a essere vaccinati. 

 

 

 

Dai blog