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Mascherine, ecco cosa rilasciano quando sono bagnate: scoperta allarmante, salute a rischio?

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Non c'è solo il coronavirus ad avere effetti collaterali. Le conseguenze indesiderate ci sono anche le mascherine. Se infatti le protezioni individuali - come ribadito dall'Organizzazione mondiale per la sanità - sono indispensabili e salvano la vita, lo stesso non si può dire per l'ambiente e per quel che riguarda altre conseguenze sul nostro fisico. I ricercatori dell’Università britannica di Sweansea, in uno studio appena pubblicato su Water Research, hanno lanciato un vero e proprio allarme sui contenuti delle protezioni individuali. A riprova gli autori hanno preso sette mascherine tra le più comuni e le hanno immerse in acqua, successivamente filtrata allo scopo di analizzare tutto ciò che eventualmente fosse stato rilasciato. Il risultato? Anche senza alcuna sollecitazione meccanica o termica, nell’acqua si ritrova un po’ di tutto: inchiostri, surfattanti, polietilenglicole, fibre di dimensioni micro e nanometriche di diversi polimeri plastici e di silicone, residui organici e inorganici e, soprattutto, metalli tossici quali cadmio, rame, piombo e antimonio. Insomma, chi più ne ha più ne metta. 

 

 

Tutte sostanze che rischiano di colpire la nostra salute. Esattamente l'opposto di quanto dovrebbero fare in tempi di pandemia. Per non parlare poi dell'ambiente che subisce gravi conseguenze, visto e considerato che è qui il posto - assieme alle acque e negli animali - dove vanno ad accumularsi. Inoltre, via via che aumentano le tipologie in commercio e sono disponibili mascherine colorate, aumenta la possibilità che siano confezionate con materiali eterogenei, sui quali non c’è alcun controllo. 

 

 

Ad accrescere il livello di allerta l'evidenza che queste sostanze possano essere diffuse con l’umidità del respiro. Da qui la necessità di scavare a fondo ed ottenere dati utili per poter identificare, almeno a livello di singolo stato o internazionale, le specifiche minime che tengano insieme protezione dal Sars-CoV-2 e sicurezza per le persone e l’ambiente.

 

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