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Coronavirus, la variante Delta e lo studio: "Chi colpisce di più", ritorna l'incubo?

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La variante Delta spaventa il Regno Unito. L'aumento dei contagi ha spinto il premier Boris Johnson a rimandare il Freedom day, ovvero la riapertura di tutte le attività senza restrizioni. Come riporta il Giornale, inoltre, la variante colpisce soprattutto  i giovani tra i 10 e i 29 anni non vaccinati. L'immunizzazione, infatti, rappresenterebbe l'unica arma davvero efficace contro questa mutazione del virus, visto che è in grado di limitare ospedalizzazioni e decessi.

 

 

 

Ecco perché il generale Figliuolo va a caccia di quel 19% di persone tra i 60 e i 69 anni che non ha ancora ricevuto nemmeno una dose: si tratta della fascia più a rischio quando la variante indiana diventerà dominante anche in Italia. Per gli esperti succederà nell'arco di due mesi. E non è tutto, perché anche il 13 % degli italiani tra i 70 e i 79 anni sarebbe scoperto. "Mi aspetto che il ceppo Delta diventi presto dominante anche da noi, non sarà una nuova ondata ma un picco di risalita di infezioni lievi o asintomatiche", ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco, comunque ottimista sulla protezione offerta dai vaccini. 

 

 

 

In Italia il 26,54% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, mentre a ricevere una sola dose del farmaco anti-Covid per ora è stato il 52,94%. Un'altra arma contro la diffusione della variante è quella del rapido tracciamento dei focolai. Ecco perché il Comitato tecnico scientifico ha ribadito la necessità di continuare a fare tamponi, almeno 200mila al giorno. Fondamentale, poi, la ricerca e l'identificazione dei ceppi varianti, in modo da circoscrivere e isolare subito eventuali mutazioni. 

 

 

 

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