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Coronavirus, le barriere in plexiglass "pericolosi". Lo studio: "Anziché proteggere dal contagio, aumentano i rischi"

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Hanno fatto parte della nostra quotidianità nella fase di ripartenza dopo il lockdown. Adesso tornano al centro del dibattito a causa di un dubbio: siamo sicuri che le barriere in plexiglass proteggano davvero dal Covid? Secondo alcuni studi sui contagi, i divisori in negozi, uffici e scuole potrebbero addirittura avere un effetto controproducente, perché ostacolano il ricambio d’aria negli ambienti e producono delle concentrazioni pericolose di particelle virali.

 

 

 

"Una foresta di barriere in un’aula interferisce con la corretta ventilazione. Gli aerosol di tutti i presenti saranno intrappolati e si accumuleranno, finendo per diffondersi al di fuori dello spazio individuale", ha spiegato Linsey Marr, professore di Ingegneria alla Virginia Tech di Blacksburg. E non è tutto: uno studio della Johns Hopkins University di Baltimora, pubblicato lo scorso giugno, ha confermato che i divisori in plexiglas posizionati tra le scrivanie nelle aule sono spesso associati a un aumento del rischio di infezione.

 

 

 

In ogni caso, gli esperti - come riporta il Corriere della Sera - concordano sul fatto che i divisori possono anche essere utili in alcune situazioni specifiche. Per esempio sull'autobus, dove l’autista - completamente separato dal pubblico da una barriera - è certamente meno a rischio di contagio. Lo stesso vale per un cassiere di banca o un impiegato che accoglie i pazienti in uno studio medico. Il plexiglass diventa "pericoloso" quando c'è un'enorme quantità di divisori in luoghi chiusi e di piccole dimensioni, come i ristoranti o le classi scolastiche.

 

 

 

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