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Ictus emorragico, il legame col Covid: i terrificanti risultati della ricerca, ecco i dati

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Nuove drammatiche evidenze sul long-Covid, gli effetti a lungo termine per chi ha contratto in forma grave il coronavirus. L'ultimo studio è quello effettuato dai ricercatori del distretto sanitario di Wollongong a sud di Sydney, che hanno monitorato la salute fisica e mentale di 59 persone che si erano infettate durante la prima ondata della pandemia. Il risultato? Molti soffrono di problemi neurologici, dermatologici, metabolici e psicologici. Insomma, molte le manifestazioni a lungo termine, e parecchio drammatiche.

 

Nel dettaglio, il 73 per cento del campione accusava sintomi ancora quattro mesi e mezzo dopo la diagnosi. E il 47 per cento ha riportato sintomi inconsueti come perdita dei capelli, vista offuscata e scarsa lucidità mentale. Il responsabile della ricerca, Stuart Tan, mette nero su bianco che "i sintomi  più comuni erano affaticamento, dolori muscolari e alle ossa, debolezza negli arti, perdita di appetito e fiato corto". E ancora: "I nostri partecipanti hanno registrato un alto livello di depressione, ansia e stress, in confronto con la norma australiana, il che indica che ci sono stati anche molti problemi psicologici".

 

Per quel che riguarda i problemi neurologici, sono stati messi in evidenza anche da uno studio eseguito a Wuhan, primo focolaio della pandemia. Dalla ricerca è emerso che su 214 pazienti ricoverati, il 36 per cento presentava complicanze neurologiche, che raggiungevano il 45 per cento nei casi più gravi. Tra i sintomi le manifestazioni dovute al coinvolgimento del sistema nervoso centrale, come cefalea, vertigini, disturbi dello stato di coscienza (confusione, delirium, fino al coma), ma anche encefaliti, crisi epilettiche, disturbi motori e sensitivi, spesso legati a un elevato rischio di ischemie o ictus emorragici.

 

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