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Langya, virus spappola-reni: "Non esiste vaccino", il nuovo incubo

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Mentre il mondo sta lentamente uscendo dall’emergenza Covid, un altro virus è emerso in Cina: 35 persone sono state infettata dal Langya virus nelle province di Shandong e dell’Henan. È presto per far scattare allarmi su scala globale, però la situazione andrà monitorata con attenzione perché si tratta di un virus con tassi di mortalità molto più elevati di quelli del Covid, che pure ha fatto una strage mondiale a causa della sua super contagiosità.

 

 

Questo nuovo virus cinese, del genere henipavirus, attacca la funzionalità di fegato e reni e teoricamente può causare la morte fino al 75% dei casi: è stato identificato nei tamponi faringei grazi all’analisi metagenomica e poi all’isolamento del patogeno. Una similitudine con il Covid è che questo virus trova nei pipistrelli il suo ospite naturale e che può infettare anche gli esseri umani, come dimostrano i 35 casi riscontrati in Cina. Gli scienziati asiatici hanno condotto uno studio in cui hanno descritto i sintomi di questa infezione: quelli classici come febbre, affaticamento e tosse e quelli più gravi che possono compromettere la funzionalità epatica e renale.

 

 

Non è noto quanto sia contagioso, ma non dovrebbe trattarsi di un nuovo Covid: in tal caso sarebbe un disastro, dato che attualmente non esiste un vaccino o un trattamento per questo tipo di virus, che si può soltanto sperare di contenere con le terapie già note. L’Organizzazione mondiale della sanità classifica gli henipavirus con un livello di biosicurezza 4 (il Covid è 2), avendo tassi di mortalità compresi tra il 40% e il 75%, ovvero molto più elevati del coronavirus.

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