Aria condizionata sì… o aria condizionata no? Il caldo estremo di questi giorni mette a dura prova tutti, soprattutto chi è rimasto in città. Per risparmiare sulla bolletta, però, conviene tenere l’aria artificiale a riposo quando si è fuori casa? O magari in versione notturna, in modo da ottenere freschezza e risparmio? Quale delle due è più sostenibile? Su “The Convesation” è stato pubblicato un report di un team di ingegneri statunitensi dell’Università del Colorado di Boulder, specializzati in Ingegneria dell’Architettura e Ingegneria dei Sistemi Edilizi.
Questi cervelloni, come racconta ilCorriere, hanno utilizzato un software di simulazione termica per ricreare tre scenari differenti, caratterizzati ognuno da un differente utilizzo del condizionatore per tempistiche e temperature esterne dell’ambiente abitativo. Stabilito, per convenzione, in 110 metri quadrati. Si è spaziato dunque dal clima secco dell’Arizona a quello più umido della Georgia, così da stabilire quanto effettivamente cambino i consumi anche in base alla zona in cui si vive. Il primo scenario prevedeva l’accensione continua del condizionatore per un lasso di tempo pari a 8 ore, con una temperatura target di 24,4 gradi centigradi circa. Di contro, nel secondo, il condizionatore è rimasto spento per 8 ore (l'ambiente è arrivato a 31,1 gradi) per poi essere attivato solo ed esclusivamente al ritorno in casa. Per finire nel terzo, esattamente a cavallo tra i primi due, il condizionatore è rimasto acceso ad una temperatura target leggermente superiore, pari a 28 gradi centigradi.
E si scopre che ci sono diversi fattori, al netto del condizionatore usato, che influiscono sui consumi. Primo tra tutti, l’isolamento termico dell’abitazione domestica, che gioca un ruolo chiave in questo caso: una casa ben isolata con un cappotto termico è meno soggetta alle fluttuazioni di temperatura lungo il corso della giornata, e questo si traduce già in consumi più bassi. Oltre a questo è necessario considerare anche le condizioni climatiche esterne, che lasciano quindi aperto un ventaglio praticamente infinito di varianti: è ben diverso raffreddare l’aria in una casa dell’Arizona, dove il clima secco aiuta non poco, rispetto ad una casa di pari dimensioni in Georgia, all’interno della quale è necessario prima di tutto rimuovere l’umidità in eccesso. Dopo tutti i test effettuati, è risultato che spegnere il condizionatore nelle ore in cui si è lontani da casa risulta di gran lunga più conveniente (sia da un punto di vista economico che ambientale) rispetto al mantenerlo perennemente acceso, e questo vale universalmente per tutte le tipologie di condizionatori attualmente presenti sul mercato. Nei casi più favorevoli, si è arrivati a una riduzione dell’11% dei consumi. Inoltre, il calore accumulato nel corso della giornata presenta un valore finito e limitato, anche dopo numerose ore di esposizione: accendere il condizionatore solo al proprio rientro, per quanto comporti uno sforzo inizialmente maggiore da parte del condizionatore, risulterà sempre meno dispendioso, anche nel caso in cui si adottino le tecnologie e i modelli più recenti ed efficienti.