Passo indietro dei Blackberry: l'Arabia Saudita controllerà internet
A due giorni dalla notizia del blocco dei servizi web erogati dallo smartphone, la compagnia sigla un accordo per permettere alle autorità di sorvegliare le mail
Il potere del monarca batte la potenza della tecnologia. A vincere è il dio denaro: troppo rischioso perdere ricchi mercati. Research in Motion (Rim), la compagnia canadese che produce il Blackberry, installerà un nuovo server che consentirà alle autorità saudite di sorvegliare i dati che transitano sulle linee. Ieri, dopo la presa di posizione degli Emirati Arabi Uniti, il responsabile delle telecomunicazioni dell'Arabia Saudita aveva messa al bando i servizi internet di questi cellulari con il pretesto dei motivi di sicurezza: infatti, i blackberry hanno un livello di codificazione dei dati difficilmente sorvegliabile dal governo perché i server sono collocati in Canada e l'accesso è negato. È bastata la minaccia di interrompere il servizio da ottobre e Rim è corsa subito ai ripari. Un nuovo server sarà installato in Arabia Saudita e sarà accessibile alle autorità, che così potranno monitorare la posta dei 750 mila utenti locali del celebre smarthphone. La polizia non avrà in tempo reale i messaggi scambiati ma potrà richiederli ogni qualvolta sarà ritenuto importante per la salvaguardia della nazione. Richieste simili nei confronti di Rim sono state sollevate anche dai governi di India, Emirati Arabi Uniti, Libano e Algeria, mercati che formano il 5 per cento della clientela globale dell'azienda canadese. La privacy delle persone passa in secondo piano di fronte agli interessi economici.