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Carne sintetica, la verità nel dossier: è cara e inquina. Altro che rimedio alla fame nel mondo

Foto: lapresse

Attilio Barbieri
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La carne sintetica è una solenne fregatura. Sotto tutti i punti di vista. Non è salutare, richiede tanta acqua per la produzione e non salva il clima. La scoperta si deve a un team di scienziati della Oxford Martin School che da anni studiano l'impatto sul clima dell'allevamento tradizionale di bovini e delle tecniche di "coltivazione" della carne in laboratorio.

Il tema è emerso nel corso del Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione in corso a Roma, dove la Coldiretti ha presentato un dossier sulla bistecca ottenuta in laboratorio, smascherando le cinque grandi bugie che porta con sé questo novel food. La bistecca Frankenstein non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l'ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c'è garanzia che i composti usati per produrla siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato. Si tratta di un prodotto artificiale presentato da abili strategie di marketing come soluzione per produrre in modo sostenibile cibo in abbondanza e sfamare una popolazione che cresce, nascondendo i colossali interessi commerciali e speculativi legati alla carne coltivata in laboratorio.

 

 

La prima bugia- spiega Coldiretti - riguarda la presunta salubrità della carne in provetta. L'alto tasso di proliferazione cellulare può indurre instabilità genetica delle cellule e sostenere la potenziale proliferazione di cellule cancerose sporadiche. Inoltre, non abbiamo finora la garanzia che tutti i prodotti chimici necessari per la coltura cellulare siano sicuri per il consumo alimentare. A ciò vanno aggiunti i rischi di carenza nutrizionale associati al mancato consumo di proteine animali, ben documentati da un'ampia letteratura medica, che in particolare segnala sintomi patologici gravi e talvolta irreversibili per i bambini, cresciuti senza carne. Oltretutto la carne Frankenstein non salva neppure l'ambiente né riduce l'impatto sui cambiamenti climatici. Secondo lo studio condotto da un gruppo di scienziati della Oxford Martin School, gli impatti ambientali della bistecca sintetica, cui è associato un intenso consumo di energia, potrebbero addirittura provocare nel lungo termine un maggiore riscaldamento globale. Oltre a ciò il processo di produzione della carne sintetica richiede consumi di acqua che sono di gran lunga superiori a quelli di molti allevamenti, producendo peraltro enormi quantità di molecole chimiche e organiche i cui residui sono altamente inquinanti per le risorse idriche, come documenta l'Inra, l'Institut national de la recherche agronomique francese.

 

 

La carne sintetica è prodotta a partire da strisce di fibra muscolare, che crescono attraverso la fusione di cellule staminali embrionali all'interno di un bio-reattore utilizzando le tecniche di ingegneria tissutale praticate da diversi anni nella medicina rigenerativa. Il prodotto sintetico e ingegnerizzato è dunque il risultato di un processo di laboratorio che non ha nulla a che fare con il concetto di cibo. 

Una ulteriore bugia è che la carne sintetica possa sfamare la popolazione mondiale- aggiunge Coldiretti - diventando una risorsa accessibile a tutti. Al contrario, è un affare per pochi. La tecnologia utilizzata ha costi di ingresso elevati e rendimenti di scala crescenti: tutto il necessario per la creazione di monopoli. I nomi più impegnati sono soprattutto noti per essere protagonisti del settore hi-tech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). «Dietro i ripetuti e infondati allarmismi sulla carne rossa c'è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione», afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. «Siamo pronti a dare battaglia poiché quello della carne Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare», ha rimarcato Prandini. 

 

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