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La strage del sesamo, "casi a raffica e allarme nazionale": occhio all'etichetta, cosa sta accadendo

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Un'analisi alimentare preoccupa gli Usa. Infatti si è scoperto che la maggior parte degli incidenti (il 63%) si era verificata in casa, dopo aver consumato alimenti che non erano stati ritenuti pericolosi, e dove non necessariamente sono presenti farmaci contro lo shock anafilattico. Solo l’11% delle reazioni è avvenuto al ristorante, il 5% in casa di amici e il 4% a scuola. Si parla, in questo caso, del sesamo. Un alimento ritenuto non pericoloso, ma che nel 99% dei casi la crisi era stata causata dall’ingestione di sesamo.

 

Il dato più interessante è quello sulle informazioni date ai consumatori: nel 56% dei casi, sulle confezioni degli alimenti non c’era alcuna indicazione relativa alla presenza dell’allergene. Il Fatto alimentare infatti ricorda che il sesamo è sempre più utilizzato nei prodotti da forno, in molti cibo pronti e in moltissime spezie e aromatizzanti che, tuttavia, nei casi riscontrati dai ricercatori sono stati indicati con denominazioni generiche senza specificare quali fossero gli ingredienti, e quindi neppure gli allergeni.

 

Secondo gli scienziati statunitensi è quindi necessario, come prevede la nuova normativa, che la presenza di sesamo sia indicata adeguatamente, per proteggere gli allergici dallo shock anafilattico e da reazioni del tutto impreviste e potenzialmente molto gravi. Va ricordato che in Italia e in Europa i principali allergeni, sesamo compreso, devono essere segnalati in etichetta già dal 2014.

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