Schiscètta, con la “è” sfacciatamente aperta, come quel “perchè” (accento volutamente errato) che è uno schiaffo a timpano e dizione. Già, schiscètta è lemma milanese e non poteva essere altrimenti. Etimologicamente: schiacciare-premere. Sostanzialmente: schiacciare-premere cibo in un contenitore a chiusura ermetica, che non coli né si apra, le conseguenze risulterebbero nefaste e pietose. A lato pratico: pietanza che assurge a pasto economico, tendenzialmente solitario, funzionale per quanto un poco svilente (almeno per il percepito diffuso). Pura, vecchia Milano: risparmiare tempo e denaro, ergere barriere per eludere chiacchiere di circostanza, sapore di casa. Lemma così milanese, schiscètta, che uno stimabile siciliano - emigrato in gioventù a Milano e di cui non farò il nome - confessò che “schiscètta” fu la prima parola che apprese in veste di forestiero: non ne ipotizzava l’esistenza e i suoi conterranei, quando condivise la scoperta, derubricarono il tutto a «cibo inscatolato». Ma la schiscia non è una latta di tonno. D’altronde il Meridione non può concepirla (il che forse è meritorio. O forse no).
Aspetti negativi: confezionamento inadeguato, i già citati e nefasti disagi; solitudine (se vi sentite soli, evitatela); il collega che imponderabilmente vuole cazzeggiare mentre amoreggiate col vostro tupperware (che strazio, importunare chi mangia); pietanze inadatte ossia masochismo (leggasi insalate, invero masochismo in ogni contesto); olezzo molesto (per gli altri, dunque se siete solidi fatti loro). Aspetti positivi: già enucleati.
Ostriche, quando il mollusco veniva trattato come una patatina
Segue arcinota frase di Woody Allen: «Non mangio mai ostriche, il cibo mi piace morto, non malato né ferito...La schiscia è business non solo per il risparmio di tempo e denaro: nacque come marchio registrato. Nel 1952 l’illuminato Renato Caimi, brianzolo, brevettò il più iconico dei contenitori prandiali. Il nome proprio divenne poi comune, destino esclusivo delle invenzioni che generano nuovi standard: per intendersi compete con velcro, jacuzzi, biro e mascara. Caimi, sul tram Nova Milanese-Milano, vide un operaio cadere, una frenata improvvisa e rovesciò su un malcapitato il pranzo che ondeggiava in un pentolino inappropriato. Bastò la chiusura ermetica: ecco a voi la schiscètta.
La moderna schiscia è tupperware & microonde: evitare pastasciutte (mangereste colla) e carni rosse (deglutireste cuoio). Bene le carni bianche se accompagnate da riso e/o salse. Ottimi i risotti: intiepiditi lentamente e con alcune ore di riposo alle spalle possono stupire. Le zuppe funzionano. Ma le zuppe sono un po’ come l’insalata, buone per la colletta alimentare fuori dal supermercato: compratele e contestualmente consegnatele. Aiutereste un indigente, bellissimo: pulitevi la coscienza ma la zuppa alla scrivania, per il vostro bene, evitatela.