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Patate, "rischio mortale": occhio alla buccia, quando non dovete mangiarle

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Divulgatore e influencer, il dottor Samuel Choudhury è famoso sui social (263mila follower su Instagram) per la sua attività di "debunker": smentisce le bufale e le false credenze in materia di alimentazione e salute, e soprattutto regala consigli preziosi a tavola e non solo.

Di particolare successo il post sulle patate, uno degli alimenti preferiti da adulti e bambini, versatile e delizioso in qualsiasi variante venga proposto: lessato, arrosto, fritto, come contorno o come piatto forte, magari sotto forma di gnocchi o di purè. Prorio per questo, però, occorre fare particolarmente attenzione perché le insidie, soprattutto nella loro conservazione, sono dietro l'angolo.

Quand'è, dunque, che le patate non andrebbero cucinate né consumate? Prendiamo il caso classico: la famosa "retina", il sacco da un chilo e mezzo o due chili di patate che in genere resta, aperto in dispensa, per diversi giorni se non settimane, magari pure dimenticato. Il dottore originario di Singapore suggerisce dunque di evitare di usarle in due casi in particolare. Quando sono "verdi", con la buccia che dal tradizionale giallo ha cambiato colore, e quando il tubero ha germogliato, dando origine ai "fiorellini" bianchi e duri in superficie.

La buccia verde, spiega il dottor Choudhury, indica la presenza della solanina, una tossina già normalmente che normalmente è sì già presente nella patata ma che in concentrazione irrilevante. Quando questa aumenta, può causare problemi alla digestione e, nei casi di intossicazione grave, dolori addominali, paralisi, allucinazioni e portare addirittura alla morte

IL dottore-influencer fa l'esempio di Maria Harless, che dopo essersi concessa una scorpacciata di purè è finita in ospedale afflitta da un fortissimo mal di testa proprio a causa di una patata germogliata usata per cucinare il piatto. A causare il cambiamento di colore della buccia le modalità non corrette di conservazione: le patate, infatti, non vanno tenute alla luce del sole né in ambienti umidi o caldi. In ogni caso, nel dubbio, se al gusto il sapore è amaro posate la forchetta con il boccone nel piatto.


 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Dr Samuel Choudhury (@drsamuelgp)

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