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Ncd, il nuovo lavoro di Paolo Bonaiuti: rubare voti a Forza Italia

Giulio Bucchi
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Il Triciclo, nel lessico della politica italiana, è un immagine ricorrente. A volte porta bene, altre meno. Ma rende sempre e comunque l'idea, offrendo una rappresentazione plastica di quelle alleanze che si vanno formando in occasione delle varie competizioni elettorali. E l'accordo fra il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, l'Udc di Pier Ferdinando Casini e i Popolari per l'Italia di Mario Mauro non sfugge affatto a questa regola. La variabile, nel caso in questione, è che il triciclo dei moderati ha deciso di puntare dritto contro la nave azzurra di Forza Italia, nella convinzione che i voti vadano pescati lì e non altrove. In passato, invece, i tricicli si limitavano a fungere da taxi elettorali, affiancando l'ammiraglia di turno. Tutto cambia, anche i tricicli. Con tutta probabilità, però, il passaggio di Paolo Bonaiuti sotto le insegne del Ncd, le tensioni fra ex pidiellini, la voglia matta di riscatto dell'ex ministro della Difesa, soprattutto nei confronti di Mario Monti e di Scelta Civica, e l'esigenza di ottenere un risultato elettorale che vada ben al di sopra del 4%, hanno indotto i piloti del triciclo a cambiare rotta. Che rischia di essere sempre più di collisione, anziché di condivisione. E per capire come stiano evolvendo le cose basta fare un po' di surf fra i social network per scoprire il livello dello scontro. Su Twitter l'ironia forzista nei confronti dell'incontro fra Angelino Alfano, Lorenzo Cesa e Mario Mauro per mettere a punto la lista unica in vista delle Europee, ha raggiunto una gradazione alquanto elevata. L'ex sottosegretario Daniele Capezzone, per esempio, ironizza sulla «bicicletta/triciclo Ncd-Udc-altri, reduci democristiani» che «è di per sè prova di debolezza». Insomma, quelli che si muovono al centro dello schieramento sono «residui del passato, altro che il centrodestra del futuro». Per la responsabile Comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini, i «piccoli partiti non possono ragionare che in modi piccoli». Quindi la domanda: «Che senso ha votarli?». Il vicepresidente della Camera, Simone Baldelli, fa di più, postando una vignetta sull'approdo nel Nuovo centrodestra dell'ex portavoce di Silvio Berlusconi: «Ministro Alfano, è arrivato il senatore Bonaiuti...». Replica del ministro dell'Interno: «Ma io avevo chiesto l'estradizione per Dell'Utri!!». Tutto si somma e tutto si sottrae in questo gioco al massacro fra ex compagni di partito. Dal triciclo, ovviamente, la risposta non si è fatta attendere. «Chi da Fi ci attacca è povero di argomentazioni politiche. Qualcuno spieghi a Capezzone e Bergamini che per essere moderati non basta un'autocertificazione», sostiene sempre su Twitter il vicesegretario dell'Udc, Antonio De Poli, «noi abbiamo scelto la metà campo del Ppe. Chi quotidianamente ci attacca teme di rimanere fuori gioco». E siccome occupare la parte giusta del campo è particolarmente importante De Poli lancia la provocazione «#Fifuorigioco da campo moderati». Perché i moderati sono un pensiero più che un'area politica. Sullo sfondo di questo duello rusticano a colpi di Twitter, però, si gioca una vera partita politica, capace di spostare gli assetti della maggioranza, se l'esito delle urne dovesse assegnare al triciclo un risultato capace di farlo diventare un autobus di linea, diretto a Palazzo Chigi. I centristi di Ncd, Udc e Popolari per l'Italia, nel mettere a punto le liste in vista delle europee, hanno ben chiaro un obiettivo: ricomporre l'area popolare, ovvero le forze che aderiranno al Ppe (a eccezione, ovviamente, di Forza Italia). Del resto che i tre soggetti politici avessero intenzione di correre assieme era noto da tempo, mancava solo la ragione sociale per legare i tre partiti. Il fatto poi che siano già apparsi i primi manifesti di candidati alfaniani col doppio simbolo, quello di Nuovo centrodestra e, sotto, lo scudocrociato portato in dote dal partito di Pier Ferdinando Casini, che aveva già stretto un accordo con i cattolici ex montiani,significa che il dialogo con Forza Italia resta un tema secondario. Nel frattempo un lungo incontro fra il leader Ncd Alfano, il segretario Udc Lorenzo Cesa e Mauro dei Popolari per l'Italia è servito a mettere a punto la lista unica con cui il triciclo si presenterà alle europee. A occuparsene sarà un gruppo di lavoro coordinato dall'ex ministro Mauro in virtù «dell'esperienza maturata nel contesto europeo e delle idee innovatrici che hanno caratterizzato la sua presenza in Europa». Un ruolo non casuale, dal momento che i Popolari sono il più piccolo dei tre soggetti, anche se per la compilazione delle liste dovrà essere usato il bilancino per riuscire a non scontentare nessuna delle componenti. Lavoro attorno al quale potrebbe giocare un ruolo chiave proprio Bonaiuti. L'uomo giusto al posto giusto. Non a caso il «caso Bonaiuti» scuote ancora gli azzurri. «Chiunque ha compiuto scelte diverse ha portato fuori dal partito se stesso ma mai il consenso», sottolinea l'ex ministro Raffaele Fitto, «e faccio della lealtà e della coerenza il punto centrale del mio impegno politico». di Enrico Paoli

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