Marco Travaglio sfotte Eugenio Scalfari: "Vittima di quello stalker del Papa"
Ormai i presunti colloqui di Eugenio Scalfari con Papa Francesco stanno diventando una ricorrenza, un appuntamento fisso, una nota di colore che assoceremo, per sempre, al pontificato di Bergoglio. Due lunghi colloqui sbattuti con enfasi sulla prima pagina di Repubblica in altrettante domeniche, due lunghe interviste poi immediatamente smentite nei loro passaggi più importanti, nei punti cruciali. Il primo, addirittura, fu rimosso dal sito del Vaticano. Del secondo - e qui siamo alla scorsa domenica - sono state smentite le frasi sui cardinali pedofili. Barbapapà si è sempre giustificato allo stesso modo: non ho preso appunti, ho scritto a memoria, per questo i virgolettati possono essere imprecisi. Forse farebbe bene a dotarsi di taccuino, ma tant'è. Marco-veleno - Nel frattempo, tra chi infierisce con ironia su Scalfari, c'è Marco Travaglio. Una presa per i fondelli tutta a sinistra, insomma. Sul Fatto Quotidiano, Marco Manetta dedica un paragrafetto alla vicenda. Bergoglio diventa "il Santo Stalker". Poi il vicedirettore cita quanto scritto dal fondatore di Repubblica: "Sono le 5 del pomeriggio di giovedì 10 luglio ed è la terza volta che incontro Papa Francesco per conversare con lui... Questi nostri incontri li ha voluti Papa Francesco... Il Papa ritiene che un colloquio con un non credente siffatto sia reciprocamente stimolante e perciò vuole continuarlo; lo dico perché è lui che me l'ha detto". Travaglio nota, con sarcasmo: "Non avendo nulla da fare tutto il giorno, quel petulante di Bergoglio si annoia a morte e allora tempesta Scalfari di telefonate: Allora, quando vieni? E' un mese che ti aspetto. Il Santo Fondatore (e questo è Scalfari, ndr) non ha un minuto di tempo libero, ma ogni tanto gli tocca accontentarlo: se no chi lo sente, quello". Insomma, nella sarcastica ricostruzione di Travaglio, c'è uno stalker - il Papa - che ossessione la sua vittima - Scalfari -.