Camillo Langone contro Rosario Crocetta: "Sodomita, affamatore di popoli, blasfemo". Poi sull'antimafia e i capelli...
Un durissimo ritratto, quello firmato da Camillo Langone su Il Foglio e dedicato al "Crocetta cadente", il governatore della Sicilia in difficoltà come mai prima era successo dall'inizio del suo mandato. Ma più che del Rosario Crocetta politico, si parla del privato, della sua vocazione antimafia (che viene messa in discussione), della sua omosessualità e anche dei suoi capelli tinti. Langone, intellettuale conservatore con pochi peli sulla lingua, non è nuovo a commenti al vetriolo, e in questa "dedica" a Crocetta conferma in toto la sua vocazione. Quale antimafia? - Emblematico l'attacco del pezzo: "Non so nulla di Crocetta. Ma vedo tante cose. Non so se è così antimafioso come dice, non so sé posso sapere se la sua antimafia è una vocazione o una professione". Quindi Langone ricorda le parole di Giovanni Iudice, pittore e conterraneo di Crocetta (entrambi sono di Gela): "Non conoscete ancora bene Crocetta - scrive su Facebook l'artista -. Noi di Gela lo conosciamo abbastanza. Due ambientalisti, Amato e Di Blasi, lo denunciano da anni per associazione mafiosa. Avete capito bene: associazione mafiosa". Quindi Langone chiosa, interrogandosi e (idealmente) sospirando: "Caspita, se fosse vero che Crocetta è un mafioso o un mafiosoide o un mitomane o un machiavellico, uno che si è minacciato da solo per farsi bello e sindaco e presidente". L'omosessualità - Langone poi aggiunge che "mai vorrei essere maramaldesco, se non è la mia eleganza è il mio cristianesimo, se non è il mio cristianesimo è la mia eleganza a impedirmi di dare addosso a un uomo che sta cadendo. L'ho criticato su queste pagine quand'era ancora saldo in sella", ricorda, per poi tornare all'attacco. Nel mirino l'omosessualità dichiarata del governatore: "Se è vero, ed è vero, che causa principale della presente crisi economica è la crisi demografica, oggi definirsi sodomiti significa dichiararsi affamatori del popolo". Capelli e fede - Il ritratto non risparmia neppure la capigliatura di Crocetta. Scrive Langone: "Il mio foro interiore contempla, con qualche sforzo, la possibilità di tingersi i capelli ma solo per piacere alle femmine, non certo per piacere agli elettori. Soltanto in amore tutto o quasi tutto è lecito". Si arriva dunque alla conclusione, dove nel mirino di Langone finisce anche la fede che professa Crocetta: "Vedo infine che Crocetta si mostra devoto alla Madonna del Rosario senza mostrarsi penitente. Blasfemo che non è altro: san Gerolamo ricorda che quando Gesù nacque morirono su tutta la terra tutti i sodomiti, uomini e donne. Se Cristo tornasse ora, Crocetta potrebbe sperare solo in una benevola testimonianza della signora Grasso", dove la signora Grasso è Silvana, scrittrice di successo, che nel 2012 in barba alla dichiarata omosessualità del governatore parlò della sua focosa notte di sesso consumata proprio con Crocetta.