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Bruno Vespa: "Quest'anno sarei dovuto morire, ma il mio share è cresciuto"

Andrea Tempestini
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Un lungo, delizioso, colloquio con Bruno Vespa firmato da Salvatore Merlo su Il Foglio. Mister Porta a Porta, nella sua carriera giornalistica, è stato tutto. E dunque gli si chiede se non tema la rottamazione. E risponde con orgoglio: "La rottamazione la subisci quando non hai più mercato. E io il mercato ce l'ho. Questo per me è un anno di grazia, sarei dovuto morire professionalmente. E invece ho aumentato gli ascolti. Rispetto all'anno scorso faccio di media mezzo punto in più di share". E perché saresti dovuto morire, si chiede a Bruno? "Perché la Rai, per risparmiare, ha prolungato Ballarò e Chi l'ha visto. Ha prolungato la prima serata e io vado in onda tiratissimo. La verità è che senza una ripresa pubblicitaria, diciamo senza una ripresa in generale, in Italia sono guai". Ostacoli e Grasso - Sul suo passato, Vespa ricorda: "Io ho anche vissuto l'epurazione e l'emarginazione nella mia vita professionale alla Rai". Dunque racconta: "Dopo la direzione del Tg1 non chiesi niente, e mi trovai abbandonato. Mi ricordo ancora che nel '92 fui l'unico giornalista ad avvicinare Scalfaro e il Papa che si trovavano in visita alle macerie di San Giovanni in Laterano, dopo gli attentati. Tornai al Tg1, avevo uno scoop tra le mani. Chiesi: posso fare il servizio? E Longhi, che era il direttore, mi rispose così: Sì, fallo. Basta che non si veda la tua faccia. Ecco. Capisci? Nel frattempo Lilli Gruber faceva le prime serate”. Vespa coglie l'occasione anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Gli viene ricordato che lui, al critico tv del Corsera Aldo Grasso, non piace molto. "Eufemismo - risponde - Se facessi Porta a Porta con lo stesso pluralismo con cui Aldo Grasso cura le sue rubriche sul Corriere mi avrebbero già cacciato a pedate. Tutto legittimo, per carità. Ma è possibile che in quarant'anni di carriera, per lui non ho mai fatto nulla di buono?". Silvio e Matteo - Nel colloquio c'è poi spazio per l'attualità, per la politica delle ultime settimane. Fari puntati sul centrodestra. Ma Silvio Berlusconi è in declino? E Vespa risponde: "Il Cavaliere sceglierà un erede vero". Sceglierà, tempo futuro, un indicativo che esprime comunque una sicurezza. "Dovrebbe cedere degli spazi - prosegue -, legittimare un erede, condividere la scelta di un nuovo leader con gli uomini del suo partito. Ma sono cose che vanno preparate. Questa volta non potrà essere un altro predellino dell'ultimo momento, un colpo di teatro, un'esplosione pirotecnica di marketing creativo. Anche Matteo Salvini - sottolinea - andrebbe bene. In fondo Salvini oggi dice le cose che ha sempre detto Berlusconi, lui di fatto sta replicando la stessa campagna elettorale berlusconiana, quella della vittoria del 2008 e del pareggio del 2011: batte sulla difficoltà della classe media, sulla sicurezza, le tasse".

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