Cerca
Cerca
+

Martina Levato, quella frase dal carcere: "Se gettassero acido su mio figlio li ammazzerei"

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

"Se qualcuno facesse a lui lo stesso, con l'acido... io l'ammazzerei". Quando le chiedono cosa farebbe a chi aggredisse suo figlio Achille come ha fatto lei all'ex amico Pietro Barbini, Martina Levato risponde così, in un misto di rabbia, inquietudine e dolore. È l'avvocato Laura Cossar a riferire, come scrive il Corriere della Sera, di aver visto per la prima volta con atteggiamenti "materni" la 23enne studentessa della Bocconi condannata a 14 anni di carcere insieme al compagno Alex Boettcher. Un senso di protezione per il figlioletto che non nasconde le ombre di un carattere indecifrabile. "Non ha mai mostrato segni di pentimento", scrivevano i giudici che hanno negato i domiciliari alla donna, che ha dato alla luce suo figlio a Ferragosto. Secondo lo psichiatra "non è capace di mettersi nei panni degli altri (i genitori, gli aggrediti) cui ha fatto così male". Una personalità "egoista" e "narcisista". Secondo la sua legale la riabilitazione psicologica della detenuta potrebbe passare proprio dal contatto con il neonato: "Pare quasi che Alexander sia passato in secondo piano. Di certo è una persona diversa". Restano comunque i dubbi: "È come se Martina - riflette la Cossar - non avesse elaborato nei nove mesi l'identità materna, ma tutto d'un colpo quando, dopo quindici ore di travaglio, ha sentito il neonato piangere fuori dalla sua pancia". Al momento di ridare al personale sanitario il figlio, che vedrà una volta a settimana, ha pianto a dirotto: "La restituzione di questo neonato è diventato il suo dramma, collegato a quanto successo".

Dai blog