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Massimo Gramellini: la Costituzione prima del Corano oltre che della Bibbia

Lucia Esposito
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Con gli attentati di Parigi è esploso il tema della convivenza tra religioni. La cronaca ha registrato una serie di fatti che dimostrano un innegabile disagio, una sorta di islamofobia che è esploda prepotente dalla sera del 13 novembre. Nel suo editoriale di oggi, Massimo Gramellini su La Stampa spiega come la manifestazione in piazza degli islamici prevista per oggi, sabato 21 novembre, rappresenti certamente qualcosa che "che ci fa piacere, ma che non ci basta.  Già il fatto che da parte nostra se ne parli con soddisfazione, quasi con sollievo, rivela l' esistenza di un pregiudizio: che, sotto sotto, tutti gli islamici la pensino come l' Isis. Una sciocchezza". Ma Gramellini spiega che quello che dovrebbe preoccuparci sono i sermoni di certi imam europei  "che prendono le distanze dagli attentati negli stadi e nelle sale-concerto, ma poi scrivono che chi ama la musica vorrebbe essere trasformato in una scimmia o in un maiale e chi guarda una partita di calcio dovrebbe vergognarsi davanti ad Allah".  Poi l'affondo: "Ci sono voluti secoli di scontri non solo dialettici per approdare a una società capace di separare la sfera statale da quella religiosa e di mettere la Costituzione davanti alla Bibbia. Non vogliamo tornare indietro".  Secondo Gramellini, oltre a prendere le distanze dall'isis, i musulmani dovrebbero prendere esempio  dall' elettrotecnico francese di religione islamica Bassem Breiki, che in un video ha detto chiaro e tondo come la Costituzione della Repubblica debba sempre venire prima del Corano, ottenendo quattro milioni di visualizzazioni in poche ore.

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