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Scalfari umilia De Benedetti in diretta tv: la sua frase a La7. E svela la visita privata di Calabresi

Giovanni Ruggiero
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Tra i corridoi di largo Fochetti a Roma dovranno rinviare i festeggiamenti perché Eugenio Scalfari ha fatto dietrofront: non lascia Repubblica e anzi, quasi fosse una minaccia, ha detto che continuerà a scrivere le sue lenzuolate per l'edizione della domenica. Il fondatore del quotidiano diretto dall'uscente Ezio Mauro non aveva preso benissimo la decisione dell'editore e amico, l'ingegner Carlo De Benedetti, sulla nomina di Mario Calabresi alla direzione del "suo" giornale. Scalfari aveva un po'illuso tanti che non avrebbe più scritto per Repubblica, salvo poi ripensarci e chiarire ieri sera 2 dicembre a Otto e mezzo su La7 quanto avesse provato: "un minimo di delusione, di fastidio per il fatto che De Benedetti non mi abbia consultato prima di decidere il nuovo direttore, ma me lo abbia comunicato quando il cda aveva già deciso. Visto il grande affetto reciproco - ha aggiunto - pensavo mi consultasse, anche se probabilmente gli avrei dato il nome di colui che poi sarà il direttore, Mario Calabresi". Scalfari si spinge anche a immaginare come abbia potuto ragionare l'Ingegnere, fino a svelare un dettaglio che fa poco onore al suo editore: "Ha pensato 'io decido un nome, e se poi Eugenio ne fa uno diverso, gli faccio uno sgarbo'. Dopodiché, De Benedetti mi è venuto a trovare e mi ha chiesto scusa". A convincere Scalfari è stata determinante anche la visita di Calabresi a casa sua: "Quello che tu scrivi serve anche a me per entrare definitivamente dentro l'atmosfera di Repubblica - ha raccontato Scalfari - E poi ha aggiunto che priverei il paese di una voce importante. Allora ho accettato tutto e continuerò a scrivere di domenica".

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