Viky, la escort di Torino: "Mi hanno stuprato a 15 anni, oggi faccio la escort per sfruttare l'escort"
Una fisicità prorompente vissuta come un castigo, o una colpa da espiare subendo gli sguardi, le avances e persino le violenze di uomini che non volevano amarla, ma solo depredarla. Da tutto questo è stata segnata l'adolescenza di Viky, 43 anni, torinese, oggi escort di lusso e ballerina in spettacoli erotici. GLI ABUSI «Da piccola mi sentivo brutta. La mia fragilità derivava dal rapporto conflittuale con i miei. Desideravo scappare via al più presto», ci racconta la donna, che all'età di 15 anni subisce un abuso sessuale da parte del suo datore di lavoro, sposato e con figli. Resta incinta e, arrivata ormai alle soglie del terzo mese, Viky decide di chiedere aiuto a sua madre, convinta che questa manterrà il segreto. Invece no. «La mamma corse subito a dirlo a mio padre, il quale mi picchiò selvaggiamente. Mi sentivo tradita. Inoltre, questo diede forza alla mia convinzione: era colpa mia, io non ero la vittima, me lo meritavo; in fondo, avrei potuto oppormi a quell'uomo che aveva abusato di me, invece ero rimasta paralizzata, in preda al terrore. Non dissi mai ai miei che ero stata violentata, mi vergognavo troppo. Ne parlo ora per la prima volta». «ERO TIMIDA» Poi il trauma dell'interruzione di gravidanza: «Mi sentivo finita», continua la ballerina, che appena diciassettenne scappa via di casa, andando a vivere con un uomo che non ama, ma che le offre quel brandello di sicurezza di cui ha urgente bisogno. Poi altre relazioni, subite più che vissute, in cui Viky si rifugia, sempre in cerca del principe azzurro che l'avrebbe finalmente amata e salvata. «Al night sono arrivata verso i 25 anni. Ero una brava ragazza, timida. Fare l'entreneuse mi diede la possibilità di recitare la parte inedita di una donna forte, ammiccante, decisa, desiderata, capace di manipolare ed usare gli uomini a suo piacimento», spiega Viky, che a quel tempo, come le sue colleghe, faceva compagnia ai clienti ai tavoli, inducendoli a consumare il più possibile bottiglie di champagne, che venivano svuotate sulla moquette, mentre l'avventore era distratto. Su richiesta del cliente la serata si concludeva a letto. «Chiamo il night “la fabbrica delle illusioni”. Era un mondo luccicante, dove tutto era possibile. È lì che mi sono presa la mia rivincita. Per me è stata una scuola di recitazione. Se ero giù di morale, per quelle ore, dalle 22 alle 5, dovevo fingere di essere allegra. Ci ho preso tanto gusto nel vedere tutti quei soldi facili che dopo un anno ho iniziato a fare anche gli spettacoli erotici. Non ero più una ragazza timida, usata dagli uomini. Ero io a sfruttarli adesso», racconta Viky. SPESE PAZZE «In alcuni locali era persino possibile acquistare dei gioielli, erano esposti nelle vetrine. Gli uomini, dai 40 agli 80 anni, erano tutti eleganti e noi donne in abito da sera. Essi esibivano il loro potere e, lasciata la moglie a casa, venivano a sognare insieme a noi. Ero abbagliata da tutto questo. Avevo finalmente trovato un mondo soffice e mi adagiai», prosegue Viky, che dichiara di non essersi mai innamorata sul lavoro, «perché i clienti ad un certo punto si stancano e passano ad un'altra, la prima regola è non metterci il cuore». «In quegli anni mi sono sposata, ma non è andata come speravo. Dopo 5 anni decisi di separami da mio marito perché non ero disposta a rinunciare al lavoro», confida. Nel 2006 però questo mondo dorato inizia a sgretolarsi. La crisi economica e l'arrivo massiccio delle ragazze dall'est, soprattutto rumene, disposte a fare tutto per pochi spiccioli o a farsi mettere le mani addosso per una consumazione al bar, fanno saltare tutte le regole ed i night da locali selettivi si trasformano in veri e propri bordelli che, «per realizzare l'incasso, aprono le porte a ragazzini malvestiti e squattrinati, che spesso si approcciano alle ragazze senza nessun rispetto». INTERNET «Volevo essere ancora desiderata, così ho continuato ad esibirmi. Ma oggi, grazie all'avvento di internet, sono più autonoma», specifica la donna, secondo la quale nel giro di 10 anni il mercato del sesso è completamente cambiato: «Gli uomini sono stanchi perché hanno visto e provato tutto, così sempre di più si addentrano nel mondo del sadomaso, dello scambismo, sperimentando spesso rapporti con transessuali. Le donne, dal canto loro, sono sempre più disposte a svendersi, è un gioco al ribasso. In certi ambienti per scambisti le ragazze stanno con 15/20 uomini per meno di 300 euro a sera. Trovo che sia qualcosa di degradante, oltre che rischioso. Il preservativo viene usato, ma può anche rompersi. L'orale è scoperto. Inoltre, in certe stanze buie, ubriachi e drogati, è difficile restare vigili, può succedere di tutto tra uomini, donne, trans, omosessuali. “Lo scannatoio”, così chiamo questi luoghi», afferma Viky, che ritiene che sia necessario riscoprire il piacere del corteggiamento ed il romanticismo. «Con il tempo ho compreso mio padre, con il quale ho costruito un bel rapporto. Oggi per amore lascerei il mio lavoro, vorrei accanto un uomo con cui invecchiare», conclude la donna. di Azzurra Noemi Barbuto