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La verità sconcertante sulla modella "suicida", l'orrore islamico sul suo corpo: il sospetto agghiacciante

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Giovanni Ruggiero
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Dopo sette mesi è stato riaperto il caso del suicidio di Raudha Athif, la modella originaria delle Maldive trovata senza vita in una stanza dell'ostello Bank medical college di Rajshahi, in Bangladesh. Già famosa a 21 anni come la modella "dagli occhi color del mare", era apparsa sulla copertina di Vogue India prima della tragica scoperta della polizia. La ragazza era stata trovata impiccata con una sciarpa al ventilatore da soffitto. I medici legali avevano classificato la morte per soffocamento e per la polizia locale sarebbe stato evidente il suicidio. Il padre della modella però non si è mai dato pace, sostenendo anche in una recente puntata del programma americano 60 minutes che la figlia fosse stata uccisa. Nel nuovo fascicolo dell'inchiesta emerge infatti il sospetto sollevato dal medico legale australiano Joe Duflou, l'unico ad aver individuato sul corpo della ragazza alcuni segni che non sono riconducibili alla morte per mezzo della sciarpa. Gli inquirenti quindi stanno seguendo una nuova strada, accantonata in modo frettoloso all'epoca del ritrovamento del cadavere: il sospetto ora è che la modella sia stata uccisa da estremisti islamici che volevano punirla per il suo stile di vita troppo occidentale.

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