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Selvaggia Lucarelli su Rolling Stone: "Il mio cane si chiamava Duce"

Alessandra Menzani
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Selvaggia Lucarelli, sul sito di Rolling Stone che dirige da gennaio, nel difendere Gene Gnocchi e la sua satira su Giorgia Meloni, il maiale e Claretta Petacci, fa un esempio tratto dalla sua vita privata. "Sembra una storia comica o inventata per l'occasione, ma io ho avuto un cane che si chiamava Duce", scrive la penna del Fatto Quotidiano. "Era tutto nero, mio fratello ha avuto un periodo demenziale-fascista nell'adolescenza e mentre noi altri pensavamo ai soliti Bobby, Nerino e Jack, lui prese a chiamare il nuovo arrivato Duce", continua la Lucarelli, "detestavamo tutti quel nome, i miei gli davano dell' imbecille, ma alla fine vinse lui, perché il cagnolino, ormai, vittima della propaganda fascista del fratello maggiore che lo corrompeva a suon di biscotti e frattaglie, rispondeva solo al nome “Duce”. Mio fratello derideva il Duce? No, purtroppo. Lo omaggiava". "Gene Gnocchi non lo meritate", conclude la Lucarelli, in difesa del comico di La7.  Per approfondire leggi anche: Il nipote di Claretta Petacci: "Trascino Gene Gnocchi in tribunale"

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