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Marco Travaglio, il raptus contro Paolo Romani: "Ladro e bugiardo"

Eliana Giusto
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"Dio non voglia che abbia un mancamento (Sergio Mattarella, ndr), perché da domani il presidente del Senato e dunque suo vice potrebbe essere il forzista Paolo Romani. Cioè un pregiudicato per peculato, che per giunta racconta un sacco di balle sulla sua condanna definitiva. Tipico caso di uno che non dovrebbe ricoprire cariche pubbliche non tanto per l'accusa, quanto per la difesa". Marco Travaglio, nel suo editoriale sul Fatto Quotidiano attacca il capogruppo uscente al Senato di Forza Italia per una vicenda vecchia che riguarda la figlia: "Il peculato, secondo i migliori dizionari, è una appropriazione indebita di denaro o altro bene mobile appartenente ad altri, commessa da un pubblico ufficiale. Cioè un furto di soldi o beni pubblici. Quindi Romani è ladro e bugiardo: due requisiti essenziali per la seconda carica dello Stato. Lo racconta la sentenza della Cassazione del 29 maggio 2017. Nel gennaio 2011 Romani è contemporaneamente consigliere e assessore all'Expo al Comune di Monza, deputato Pdl e ministro dello Sviluppo. Il Comune gli dà un cellulare per le attività istituzionali. Lui lo gira alla figlia minore, che lo usa in esclusiva per 13 mesi, anche in un viaggio negli Usa, accumulando bollette per 12.883 euro". Leggi anche: Travaglio, sfregio a Niccolò Ghedini: "Ora che a Berlusconi non serve più..." Per questa vicenda Romani è stato indagato per peculato: la Cassazione, ammette Travaglio, ha rinviato "il processo alla Corte d'appello perché motivi meglio le mancate attenuanti per tenuità del reato; oppure le conceda limando un altro po' la pena". Travaglio però sottolinea: "Fermo restando che Romani è ormai condannato con sentenza irrevocabile: "Deve confermarsi la sentenza impugnata nella parte in cui ha ritenuto sussistente il reato di peculato". 

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