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Marco Travaglio, il M5s umiliato alle urne e lui massacra Salvini: "Di Maio deve prepararsi a rompere"

Gino Coala
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I risultati emersi dalle ultime elezioni amministrative non lascia spazio a dubbi sullo stato di salute del Movimento Cinque Stelle. Marco Travaglio sul Fatto quotidiano stende un giudizio tombale sui grillini, ancora una volta umiliati in quasi tutti i comuni in cui si sono presentati: "salvo quando imbroccano la congiunzione astrale fra un disastro di giunte precedenti e un candidato popolare e spendibile". Le comunali del 10 giugno insomma hanno detto chiaro e tondo che "lo stato di salute del M5s è pessimo - tuona Travaglio - Perdono terreno quasi dappertutto sulle Politiche del 4 marzo e anche sulle precedenti Comunali". Leggi anche: Travaglio demolito da Facci: "Attacca i politici che lo evitano in tv? Faceva lo stesso con me" Dopo una batosta del genere, Luigi Di Maio secondo Travaglio dovrebbe aprire gli occhi e capire che l'alleanza con la Lega, "neppure immaginata in campagna elettorale né dopo le elezioni quando si sperava in un'intesa col Pd, rischia di spegnere le stelle più brillanti del Movimento". Quando il governo sarà al capolinea, secondo Travaglio quindi i grillini rischieranno di ritrovarsi con un pugno di voti, e la colpa sarebbe ovviamente colpa di Matteo Salvini che, "sebbene più distante da certe lobby del Pd e di FI, è un mezzo Gattopardo che usa elementi di novità, soprattutto mediatici, per maschersare il riciclaggio di vecchie pratiche e vecchie pantegane". Il rischio a cui si espongono i grillini è di farsi punire dagli elettori che, sostiene Travaglio, "sono più esigenti" dei leghisti: "abituati a discutere (anche troppo) su tutto, non hanno un capo assoluto, vogliono contare e mal tollerano le incoerenze". Di Maio e soci dovrebbero quindi tenersi pronti a "rompere se si rendessero conto che Salvini li usa per farsi qualche altro mese di campagna elettorale".

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