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Chi vuol essere milionario, Gerry Scotti e l'impensabile abitudine di Pier Silvio Berlusconi: "Al telefono..."

Davide Locano
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Siamo andati a pranzo con Gerry Scotti. È un'esperienza, davvero. Ma non per questioni becere del genere «si mangia tutto lui», semmai per quello che ti dice. E parla, parla, parla, non si ferma mai. E ti tratta un po' come se fossi il suo vicino di casa, la qual cosa, tra l' altro, è probabilmente il segreto del suo interminabile successo. L' occasione per la magnata colossale è nientemeno che il ritorno del «milionario», storico quiz che compie 20 anni (esordio il 4/9/1998 in Inghilterra) e grazie al quale Gerry è finito persino nel Guinness dei primati («Sono il presentatore che ha condotto il maggior numero di puntate nel mondo, ben 1593, e stiamo parlando di un programma che è andato in 120 Paesi»). Ebbene, Chi vuol esser milionario tornerà per 4 appuntamenti speciali in prima serata su Canale 5 a partire da venerdì 7 dicembre e Scotti non nasconde neanche un po' la sua felicità: «È il programma a cui sono più affezionato. La gente quando mi ferma mi chiede "Quando torna il milionario?". Ora posso dare una risposta». Leggi anche: Gerry Scotti, Chi vuol essere milionario slitta? UN AIUTO IN PIU' Temiamo moltissimo l'effetto «restyling», ovvero la tendenza a riproporre i programmi storici apportando modifiche di qualche genere, ma Gerry ci conforta: «Sarà lo stesso programma di sempre, con nuovi concorrenti - nessun Vip o antico vincitore - le stesse luci, grafiche, gli stessi premi. Cambieranno in parte solo gli aiuti: il celebre "aiuto da casa" con le moderne tecnologie non avrebbe alcun senso». Ecco le novità: restano il famoso 50 e 50 e l' aiuto dal pubblico, arriva Chiedilo al tuo esperto in studio (un parente o amico al quale ci si può affidare) e si somma una quarta, nuovissima possibilità: Chiedilo a Gerry, con Scotti che su richiesta darà la sua indicazione al concorrente di turno («spero di non fare figuracce...»). Le puntate sono state registrate in una settimana di lavoro in Polonia («questione di opportunità: avevamo bisogno di uno studio già "pronto" per fare più in fretta») e in attesa di capire se spunterà qualche nuovo milionario proviamo a rompere le balle a Scotti su quel che pensa della moderna tv, in particolare sul fatto che dopo tanti anni di fedeltà a Mediaset siamo di fronte a una vera e propria «bandiera» della televisione italiana. «Sto benissimo a Mediaset, mi affidano sempre compiti importanti e difficili e lo fanno proprio perché si fidano di me - racconta -. In passato ci sono stati dei momenti in cui mi sono sentito un po' messo da parte, ma sono superati. Quando sento l'editore (Pier Silvio Berlusconi, ndr) mi dice sempre "posso disturbarti?" e "grazie per quello che fai". È più che sufficiente per andare avanti insieme». E il «matrimonio» funziona, se è vero come è vero che il suo Caduta Libera nelle ultime settimane è riuscito a superare la corazzata della Rai L' Eredità («ma autocelebrarsi non è mai bello...»). ANCORA SUL SET? Gli chiediamo della penuria di «nuove leve» in tv, a tal proposito Gerry ha le idee chiarissime: «Molti pensano che il nostro sia un mestiere alla portata di tutti, ma non è così. Ogni giorno spuntano youtuber con milioni di visualizzazioni che vengono qui e ci provano. Noi li testiamo, ma appena si accende la lucina rossa della telecamera crollano. Sembra facile... Detto ciò, meglio per me!». In effetti sì, meglio per lui e per tutti quelli che sono cresciuti con i suoi programmi e gli chiedono di più. Le fiction, per dire. Il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri lo celebra («è un grande attore, lo penso davvero»), lui coglie la palla al balzo: «Un'idea ce l'ho... Vorrei fare il commissario... Vedremo, ma al momento non ho davvero tempo...». di Fabrizio Biasin

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