Roma, 14 dic. (Adnkronos) - I combustibili alternativi, dai rifiuti solidi urbani, ai copertoni, ai residui di legno, trovano larga applicazione nell’industria cementiera mondiale. E se da una parte c’è la convenienza ad usare come combustibile un materiale il cui smaltimento rappresenta uno dei più gravi problemi ecologici del pianeta, dall’altra ci sono le ricadute che la combustione dei rifiuti ha sull’ambiente. Infatti le altissime temperature che si raggiungono nei forni dei cementifici, abbattono le emissioni Co2, a pari quantità di materiali bruciati, misurate alla bocca degli inceneritori. In Europa c’è la più grande concentrazione al mondo di cementifici. Le 5 più grandi imprese europee produttrici di cemento rappresentano il 57% della produzione totale nei paesi dell’Unione e, secondo un’indagine condotta nel 2008 dall’Oko Institute e dall’Ecofys, il 75% della produzione totale di cemento europeo è gestita da 10 aziende. Relativamente alle emissioni di Co2, secondo l’indagine della European Cement Association condotta sui 27 paesi della Ue, l’Italia, nel quadriennio 2005-2008, è al primo posto con 110.278 tonnellate di Co2, seguita dalla Spagna con 105.624 e dalla Germania con 82.965. E’ interessante osservare come la crisi del mercato immobiliare si possa leggere anche nell’andamento delle emissioni, diminuite nel 2008 in Italia di 2.500 tonnellate rispetto all’anno precedente, di 4.000 in Spagna mentre in Germania la diminuzione è stata di 1.500 tonnellate.