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Con 'Chiesaecologica' una ricerca sulla sensibilità 'eco' nelle parrocchie

Un'iniziativa realizzata in collaborazione tra Cesab - Centro di ricerche scienze ambientali e biotecnologie, l'ateneo pontificio Regina Apostolorum di Roma e il Corso di laurea in Scienze delle comunicazioni dell'Università Lumsa

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Roma, 28 giu. - (Adnkronos) - Per capire quanto sono ecologicamente sostenibili le parrocchie italiane, parte da Roma il progetto di ricerca interuniversitaria "Chiesaecologica", realizzato in collaborazione tra Cesab - Centro di ricerche scienze ambientali e biotecnologie, l'ateneo pontificio Regina Apostolorum di Roma e il Corso di laurea in Scienze delle comunicazioni dell'Università Lumsa. Lo studio, sostenuto dalla Pastorale universitaria del Vicariato di Roma, prevede per la prima volta un'analisi dell'approccio ai temi dell'ecologia, umana e naturale, e della sostenibilità ambientale da parte dei parroci e del mondo cattolico che ruota attorno alle parrocchie italiane. Per questo è stato costituito l'Oceis, l'Osservatorio comunicazione energia e innovazione. La ricerca "è fondamentale per comprendere bene quale sia il livello di diffusione tra le comunità parrocchiali dei concetti relativi alla salvaguardia del creato e all'ecologia umana, secondo gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa", dichiara Ercole Amato, presidente del Cesab. Ad essere coinvolte non saranno solo le parrocchie, ma anche centri della sanità religiosa, scuole cattoliche, case per ferie e centri di aggregazione. "Chiederemo ai parroci quale attenzione ripongono alle tematiche ambientali durante il loro apostolato e quale approccio abbiano le comunità parrocchiali rispetto all'ambiente e all'ecologia - aggiunge Amato - Siamo convinti che questa fase di studio fornirà una fotografia molto chiara sul rapporto tra Chiesa e ambiente". Nei prossimi giorni i primi gruppi di ricercatori della Lumsa e di Steadfast Foundation intervisteranno i parroci romani ma la prospettiva è quella di allargare l'iniziativa anche in altre diocesi italiane. "Papa Francesco, nel giorno di San Giuseppe, ha fatto una riflessione sull'ambiente e ha ricordato la responsabilità dell'uomo di custodire il Creato - ricorda monsignor Lorenzo Leuzzi, responsabile dell'ufficio per la Pastorale universitaria del Vicariato di Roma - La questione ecologica, con l'enciclica Caritas in Veritate, deve essere ripensata e deve rientrare in una capacità progettuale. Anche la crisi impone ai cattolici, e più in generale agli uomini di buona volontà, di ripensarla". "Siamo entrati in un periodo più complesso per il rapporto tra teologia e società - aggiunge monsignor Leuzzi - e qui c'è anche la questione ecologica. Una prospettiva globale non può non comprendere ciò che riguarda il Creato. La presenza di università e centri accademici può sempre più riportare la questione ecologica in una prospettiva antropologica. Papa Benedetto XVI parla di ecologia umana. L'uomo ha la responsabilità di custodire il Creato e di essere interlocutore con Dio per essere protagonista della Storia. Su questa duplice convergenza giostra il futuro di una nuova ecologia. Si deve guardare alla questione ecologica che non è un aspetto marginale". Questo progetto "si inserisce molto bene all'inizio di questo Pontificato, di un Papa che ha voluto il nome di San Francesco, patrono dell'ecologia. Nel suo nome c'è quindi il rispetto dell'ambiente - aggiunge padre Pedro Barrajon Lc, rettore dell'Ateneo pontificio Regina Apostolorum - E' un progetto non solo di ecologia culturale ma anche legato al rispetto degli edifici di preghiera e di arte. Conservare questo grande patrimonio è un bene per l'ambiente umano. Una iniziativa di questo genere è per il bene della società e della Chiesa".

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