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Isole del Pacifico: "Uniamo le forze contro cambiamenti climatici"

AdnKronos
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Roma, 16 ago. - (AdnKronos/Xinhua) - Un appello rivolto "a tutti i Paesi" a unire le forze per intraprendere "azioni coraggiose, decisive e di cambiamento per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici". Lo chiedono i leader delle isole del Pacifico in occasione del 50esimo incontro del Pacific Islands Forum (Pif) sottolineando che "il momento di agire è ora". Un appello, quello contenuto nella Dichiarazione di Kainaki II, che arriva nella quarta giornata del Forum e rivolto in particolare alle parti dell'Accordo di Parigi affinché soddisfino o superino i contributi nazionali allo scopo di proseguire sulla strada dell'impegno globale per limitare il riscaldamento del Pianeta a 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, ricordando che questo obiettivo è fondamentale per la sicurezza delle isole del Pacifico. Qualsiasi mancanza di azione, ricordano i leader, avrà un impatto non solo su di loro, ma anche sui loro figli e su tutte le future generazioni. "Chiediamo un'azione immediata e non solo una discussione sulle ambizioni. È necessario agire, nella nostra regione e a livello internazionale, per garantire oceani puliti, sani e produttivi, gestiti in maniera sostenibile, garantire la conservazione delle risorse marine, la crescita della 'blue economy' e affrontare gli impatti che i cambiamenti climatici hanno sulla salute degli oceani", chiedono i rappresentanti degli Stati delle Isole del Pacifico. Per questo, continuano, "serve una forte leadership politica per far progredire l'azione sui cambiamenti climatici, proteggere la salute e l'integrità degli oceani, gestire in modo sostenibile le isole e le risorse oceaniche". Per il primo ministro delle Fiji, Voreqe Bainimarama, che si trova proprio a Funafuti, capitale della piccola nazione di Tuvalu (praticamente un atollo) dove si svolge il Pif, "non c'è dubbio che tenere l'incontro in un atollo del Pacifico la cui stessa esistenza è minacciata", accenda i riflettori "sulle dimensioni del disastro che dovremo affrontare se il mondo non riesce a raccogliere questa sfida". Le Fiji, sottolinea Bainimarama, "accolgono con favore l'impegno di tutti i membri del Pif di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi rispetto all'era preindustriale. Questa è stata la pietra angolare della nostra Dichiarazione, cinque anni fa, successivamente approvata dagli scienziati dell'Ipcc, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici". Le Fiji inoltre "accolgono con favore l'impegno di tutti i membri a prendere tutte le misure che ritengono necessarie per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e raggiungere l'obiettivo 'emissioni nette pari a zero' entro il 2050, che è l'unico modo per rimanere entro la soglia di 1,5 gradi". Obiettivo, quest'ultimo, che "per i Paesi delle isole del Pacifico non è negoziabile e resisteremo a tutti i tentativi di deragliamento nei forum globali". Il primo ministro, poi, ha voluto porre l'accento sul fatto che "sebbene a Funafuti vi sia stato un grande accordo, è anche chiaro che vi sono differenze di opinione e di approccio tra le nazioni insulari e la Nuova Zelanda, da un lato, e l'Australia dall'altro". "Alcune di queste differenze inevitabilmente indeboliscono la forza della nostra posizione collettiva sulla minaccia climatica ed è deludente che non siamo riusciti a raggiungere un consenso unanime. Ma - conclude il primo ministro delle Fiji - continuerò a impegnarmi positivamente con i nostri amici australiani e cercherò di convincerli ad accelerare la transizione dal carbone alle fonti energetiche che non contribuiscono al cambiamento climatico". Il Forum si è aperto martedì sera a Funafuti, capitale del Tuvalu. Al centro degli incontri, cambiamento climatico, sviluppo economico, sicurezza marittima e inquinamento marino. Fondato nel 1971, il Pacific Islands Forum è un'organizzazione intergovernativa che mira a rafforzare la cooperazione tra Paesi e territori della regione del Pacifico.

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