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Nel Mar Mediterraneo l'82% delle risorse ittiche risulta sovrasfruttato

I consumatori di tutta Europa oggi pagano tre volte per il loro pesce
domenica 7 luglio 2013
Nel Mar Mediterraneo l'82% delle risorse ittiche risulta sovrasfruttato

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Viterbo, 5 lug. - (Adnkronos) - Il cattivo utilizzo dei fondi pubblici europei al settore pesca pesa sulle tasche dei consumatori e sulla salute delle risorse ittiche, minacciate dalla pesca eccessiva. Nel Mediterraneo l'82% delle risorse ittiche risulta sovrasfruttato e i consumatori di tutta Europa oggi pagano tre volte per il loro pesce: per il valore degli sbarchi (6,6 miliardi di euro), per i costi sociali della pesca eccessiva (3,2 miliardi) e per i sussidi concessi agli operatori del settore pagati dai contribuenti europei (0,9 miliardi di euro). Lo rileva l'ultimo rapporto di Nef (New Economic Foundation) che verrà presentato domani a Viterbo, nell'ambito del Festival Caffeina Cultura, in occasione della serata organizzata Ocean2012 e Slow Food dal titolo "Non fare il pesce lesso! Ricette per un mare di sostenibilità". L'appuntamento è stato organizzato in vista del 10 luglio, quando ci sarà la votazione della Commissione Pesca del Parlamento Europeo sui sussidi pubblici al settore pesca. Una data che potrebbe essere decisiva per la salute del mare, per il futuro dei pescatori artigianali, per il ripristino degli stock ittici e per le tasche dei consumatori. Secondo Aniol Esteban, a capo del Dipartimento di Economia Ambientale della New Economic Foundation, "con il voto sul Feamp del prossimo 10 luglio, la Commissione Pesca del Parlamento Europeo ha la concreta possibilità di scegliere se contribuire alla pesca eccessiva e al sovrasfruttamento delle risorse che causano un minor numero di catture e minori guadagni o se decidere di garantire il ripristino degli stock ittici, a vantaggio di questa generazione e di quelle future". "L'attuale proposta di regolamento, pur prendendo atto di problemi finora ignorati, non accoglie ancora una visione olistica della gestione ambientale, che è invece necessaria per raggiungere la salute dei nostri mari -spiega Cinzia Scaffidi, direttrice del Centro Studi di Slow Food -Invece di investire in sussidi che incentivano un modello di pesca industriale, occorre puntare verso una maggiore selettività degli attrezzi di pesca, sulla tutela dei diritti degli operatori e sul coinvolgimento delle comunità costiere". "Per garantire un futuro al settore della pesca europea -conclude -diventa quindi fondamentale investire nella formazione dei pescatori, nell'educazione dei consumatori e nella ricerca scientifica". A Viterbo, Ocean2012 e Slow Food parleranno quindi di pesca e pesce sostenibile, con uno sguardo all'Europa e alla Riforma della Politica Comune della Pesca, per riflettere sugli per garantire un futuro a pesci e pescatori. In Italia "è dimostrato -sostiene Serena Maso di Ocean2012- che i sussidi per la costruzione di nuovi pescherecci alimentano la sovracapacità di pesca e il sovrasfruttamento del mare. Nel 2004 erano stati gradualmente eliminati attraverso la Riforma della PCP del 2002. Riaprire la porta a questo tipo di aiuti rappresenterebbe un pericoloso passo indietro e un grave spreco di denaro dei contribuenti. Insomma una mossa sbagliata che va nella direzione di una pesca sempre più insostenibile". Durante la serata, gli chef dell'Alleanza tra i Cuochi e i Presìdi Slow Food organizzeranno uno show-cooking e una degustazione di pesce.