Roma, 17 mag. (Adnkronos) - La pesca intensiva uccide, oltre i pesci, gli uccelli marini. Uno studio pubblicato dallo scienziato e biologo marino Ramunas Žydelis, diffuso nel nostro Paese dalla Lipu-BirdLife Italia, rivela che ben 400mila volatili vengono uccisi, ogni anno, nelle reti a "tramaglio", una tecnica di pesca intensiva molto utilizzata in tutto il mondo Un numero che addirittura supera quello relativo alle uccisioni di uccelli documentate nella pesca con palangari. La ricerca fornisce, per la prima volta, una stima globale delle catture accidentali di questi esemplari, e sottolinea che l'enorme numero di vittime è una stima "al ribasso", a causa della carenza di dati al riguardo. "A differenza di palangari e reti a strascico, per le quali già esistono semplici soluzioni tecniche disponibili per ridurre le catture accidentali di uccelli marini - dichiara Ramunas Žydelis - la ricerca di misure analoghe per i tramagli è stata molto limitata fino ad oggi e ulteriori sforzi per fronteggiare il problema sono urgenti." I tramagli sono reti fisse, utilizzate in gran parte nella pesca costiera e realizzate in nylon che le rende invisibili. Gli uccelli marini vi rimangono spesso impigliati e annegano mentre inseguono le loro prede sott'acqua. Tra le specie catturate accidentalmente vi sono i pinguini Humboldt, specie minacciata, la moretta codona, la rarissima urietta mormoreggiata, e altri esemplari più diffusi come l'uria. Ma gli uccelli marini non sono le sole vittime di questi metodi: i tramagli sono una grave minaccia anche per delfini, balene, foche e tartarughe. I livelli più elevati di catture accidentali di uccelli marini sono stati riscontrati nel Mar Baltico, dove si stima che 76mila uccelli vengano uccisi ogni anno, e inoltre nelle regioni del nord e del nord-ovest dell'Oceano Pacifico. Inoltre vi sono ancora aree geografiche per le quali vi è carenza di informazioni, come il sud dell'Oceano Atlantico, il Mediterraneo e il Sud-Est del Pacifico, così come per le acque giapponesi e coreane. Ad oggi le azioni correttive sono state molto sporadiche. Tuttavia si registra una presa d'atto del problema da parte delle autorità. Il piano d'azione dell'Unione europea, lanciato lo scorso novembre per ridurre al minimo le catture accidentali di uccelli marini con attrezzi da pesca, sottolinea come il problema dei tramagli sia prioritario. Tuttavia, l'applicazione di questo piano è, allo stato attuale, di natura volontaria. Per questo motivo BirdLife international sta chiedendo misure vincolanti da includere nell'ambito della Politica comune sulla pesca (Pcp), finalizzate a migliorare la raccolta di dati e a fornire finanziamenti per la ricerca. Tutto questo al fine di individuare i migliori metodi per evitare che gli uccelli marini restino uccisi. Rory Crawford, responsabile Policy del Global Seabird Programme di BirdLife International, ha ricordato: "Abbiamo dimostrato, attraverso il lavoro dei nostri team della Task Force Albatross sui palangari e pescherecci, che effettuano pesca a strascico in tutto il mondo, come un approccio collaborativo, lavorando a stretto contatto con l'industria della pesca, sia in grado di ridurre in modo consistente le catture accidentali di uccelli marini". "Ciò è vitale per specie come edredone di Steller, moretta codona e orco marino -conclude Crawford- che sono tutti globalmente minacciati e in calo ad un ritmo allarmante nel Mar Baltico. Il grande problema delle catture accidentali con il tramaglio deve ora essere affrontato con la massima urgenza".