Roma, 30 lug. - (Adnkronos) - Dieci regioni italiane coinvolte, 16 laghi oggetto di monitoraggio scientifico con oltre 100 campionamenti, di cui il 51% è risultato con una carica batterica al di sopra dei limiti previsti dalla legge. Con questi numeri si chiude l'ottava edizione della Goletta dei Laghi, la campagna nazionale di Legambiente per la salvaguardia e la valorizzazione dei bacini lacustri, realizzata con il contributo del Coou (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) e Novamont. In un mese, Goletta dei Laghi ha posto l'accento sulle situazioni critiche per rilevare la presenza di scarichi non depurati che si riversano negli specchi lacustri, attraverso il monitoraggio scientifico che ha coinvolto i laghi del nord Italia in Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e quelli del Lazio e dell'Umbria. La campagna ha inoltre denunciato i problemi che oggi riguardano le coste e la gestione dei laghi: abusivismo edilizio, consumo di suolo, eccessiva captazione delle acque, incuria e scempi ambientali. Tra i laghi del nord, sono stati sette i bacini monitorati tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige: Garda, Iseo, Como, Lugano, Maggiore, Varese e Viverone. Un totale di 73 punti monitorati, di cui ben 44 sono risultati inquinati o fortemente inquinati. Nel Lazio sono passati all'esame 7 bacini lacustri tra le provincie di Roma (Bracciano e Albano), Viterbo (Bolsena e Vico), Rieti (Salto e Turano) e Latina (Posta Fibreno). Su un totale di 23 punti campionati, il 34%, sono risultati contaminati dalla presenza di scarichi fognari non depurati. In Umbria sono stati monitorati il Trasimeno e Piediluco, su 8 prelievi solo 1 ha superato i limiti previsti dalla normativa. Goletta dei Laghi ha visitato anche bacini lacustri inseriti all'interno di aree protette o denominati Siti d'Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale e parte della rete Natura 2000 finalizzata alla conservazione della diversità biologica. Veri e propri presidi ecologici, spesso sottoposti a gravi alterazioni ambientali come nel caso dei pantani di Lentini e Gelsari, a Catania, o nel Lazio dove, presso il lago di Vico rimane aperta la spinosa questione delle bonifiche del territorio. Situazione difficile anche in Calabria, in provincia di Vibo Valentia, dove la campagna si è battuta per il risanamento del Bacino Alaco, che presenta carenze igieniche tali da provocare l'emanazione di 26 avvisi di garanzia, con le accuse, tra le altre, di avvelenamento colposo di acqua e frode in pubblica fornitura. Non è immune il lago Pertusillo in provincia di Potenza dove l'aggressione antropica, insieme ad una gestione del territorio assente hanno messo a dura prova il delicato equilibrio dell'ecosistema. "Un sistema depurativo carente, che nel nostro Paese coinvolge ancora un quarto della popolazione, rischia oltre alle gravi ripercussioni ambientali, di farci pagare pesanti sanzioni per le procedure d'infrazione dovute al mancato rispetto delle direttive europee - spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente - in generale, interventi mirati alla tutela delle acque e degli ecosistemi lacustri sono urgenti anche per rispettare scadenza europea per il raggiungimento del buono stato ecologico dei laghi previsto dalla direttiva 2000/60 per il 2015. Attualmente, solo il 37% delle acque lacustri a livello nazionale, stando agli ultimi dati ufficiali, lo ha raggiunto". La campagna è stata anche l'occasione per promuovere buone pratiche incentrate su attività a basso impatto ambientale e sulla gestione sostenibile, trasparente e partecipata, dalla riduzione dei rifiuti al riuso e riciclo dei materiali, dal risparmio energetico ed idrico alla promozione dell'enogastronomia locale. Come le 76 località lacustri inserite nella Guida Blu, di cui 6 hanno ottenuto le 5 vele: Tuoro sul Trasimeno, Appiano sulla strada del vino, Fiè allo Sciliar, Molveno e Bellagio. Da ricordare, inoltre, la collaborazione con la rete italiana di Living Lakes, che comprende 4 associazioni, 9 tra i maggiori laghi italiani e un'area umida e che fa parte di una più ampia rete internazionale che promuove obiettivi comuni: protezione e sviluppo di habitat naturali, promozione di conoscenza e sensibilità sugli ecosistemi delle aree lacustri, turismo ed economie locali sostenibili. "Ci rivolgiamo alle istituzioni competenti - aggiunge Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente - perché considerino i bacini lacustri prioritari nella stesura delle nuove politiche di gestione delle risorse idriche e dei territori rivieraschi. Un'azione fondamentale in previsione dello stanziamento dei nuovi fondi strutturali per il periodo 2014-2020, con particolare attenzione alle aree interne, che potrebbero trasformarsi da aree periferiche a laboratori strategici di sviluppo sostenibile".