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Ecco James Bond. Ha già vinto l'Oscar: delle marchette

Daniel Craig in 007

Daniel Craig presenta il film, in uscita il 31 ottobre in Italia.

Andrea Tempestini
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James Bond provocato da un ambiguo Javier Bardem fa capire di aver avuto esperienze omosessuali. Questo è uno dei momenti più spiazzanti di Skyfall, 23esimo film su 007 in uscita in Italia il 31 ottobre. "Bond gay? Non saprei - dice ridendo Daniel Craig, a Roma per presentare il film - in realtà il duetto con il cattivo di turno vuole sottolineare un rapporto psicologico tra i due, e come se dicessero che vogliono 'fottersi' a vicenda". Sarà. Di sicuro, c'è che questa versione di James Bond ha già vinto un premio Oscar: quello delle marchette. E Giorgio Carbone vi spiega il perchè... segue l'articolo di Giorgio Carbone Il 5 ottobre scorso James Bond ha compiuto 50 anni (fu in quella data nel 1962 che Agente 007 licenza di uccidere ebbe la sua prima londinese). Un centenario festeggiato con l'uscita  del 23° film della serie Skyfall (lunedì anteprima in Usa, il 26 la prima mondiale, il 31 uscita su ogni schermo). Le anticipazioni su Skyfall sono lusinghiere. Per festeggiare  il cinquantenario  ci hanno messo tutto l'impegno. PREMIO OSCAR E i personaggi. Un regista premio Oscar (Sam Mendes) un  Bond ormai accettato da tutti (Daniel Craig alla sua terza prova come 007) un «cattivo» mitico (Javier Bardem, stavolta platinato) e due succulente nuove Bond Girl. Berenice Marlohe  e Naomie Harris). Più due cose che la saga non aveva mai offerto. Per la prima volta in 50 anni James ha dei dubbi. Si fa l'esame di coscienza e non è troppo contento. Ha rischiato mille volte la pelle, ha ucciso  centinaia di persone, ma forse non ha fatto bene. E' stato uno strumento di morte per superiori che forse non lo meritavano e per un paese che spesso non l'ha meritato. Tant'è vero che i superiori lo ammazzano nella prima sequenza. La terribile M ordina di mitragliarlo mentre fa le consuete acrobazie sul tetto di un treno. Crivellato di colpi, 007 sparisce nelle acque di un fiume balcanico. Naturalmente è tutta una messinscena, una finta morte per permettere a Bond di investigare indisturbato sull'ultima fuga di notizie dai files dello spionaggio inglese. Nella fattispecie l'elenco degli agenti britannici infiltrati, involato da un ex agente (Bardem) che i dubbi  di cui sopra li ha risolti vendendosi al miglior offerente (che essendo  il migliore paga meglio della queen Elizabeth). Grandi applausi a scena aperta , dunque, per la scena della finta morte all'anteprima di Skyfall. E grandissimi al «The end». Conclusione ovvia. L'agente 007 non è ancora da rottamare. Il «Bond business» rimane ancora un affare miliardario al quale sarebbe peccato rinunciare. Giusto. Solo che la rottamazione non si fa per esclusiva volontà degli spettatori, come avveniva ai tempi belli. I favolosi anni sessanta, quando dall'Inghilterra  ci arrivava tutto il meglio del meglio del campo del futile.  Carnaby Street  dettava la moda a tutto il mondo. I Beatles (per dirla colle parole delo loro spocchioso capo, John Lennon) erano «più popolari di Gesù Cristo». La saga di 007 non solo conteneva  le più belle scene mai girate, ma era anche un grosso fenomeno di costume, Sean Connery il primo e migliore interprete imponeva un modello di sex symbol come non si vedeva in cinema dai tempi di Clark Gable. Oggi puoi anche fare miracoli con i botti e gli effetti speciali, ma la concorrenza è fortissima (ogni episodio della serie Bourne può fare di meglio). E Daniel Craig pur tutt'altro che mediocre, non è riuscito a diventare un sex symbol almeno per il pubblico femminile (i gay invece ne vanno pazzi). Ha il grave torto di assomigliare più a un vero agente segreto (cioè un assassino di stato) che al playboy scavezzacollo dei romanzi di Ian Fleming. In altri termini non suscita più fantasie (non è l'uomo che tutti vorrebbero essere e che ogni donna vorrebbe sotto le lenzuola). E allora se tutto sommato  è un personaggio divenuto abbastanza qualunque, perchè sopravvive, perchè per lui si ammucchiano i budget miliardari? Semplice. Scaduto come sex symbol e super eroe, James regge ancora il gioco come portatore di spot. Lo è sempre stato, a dir la verità, la prima volta che Connery sorseggiò un vodka Martini e salì su un Aston Martin mandò in tilt tutti i giovanotti usi alle gazzose e alla cinquecento. Dapprima  il giochetto (da entrambe le parti) fu gratis. Poi le marche si resero conto che un  Bond che  faceva pubblicità (subliminale) per i loro prodotti decuplicava  le vendite. Così  entrarono nell'affare. Cioè finanziarono i film. CASO UNICO Sempre più direttamente, sempre più massicciamente.  Il caso  di Skyfall  è addirittura macroscopico. Il film s'è fatto praticamente solo per la Heinecken. Skyfall doveva uscire due anni or sono. Ma la produzione era nel guano. Una delle associate, la MGM, aveva dichiarato bancarotta. A salvare la situazione arrivò la birra tedesca.  Se Bond sorseggiava una «bionda» come un crucco qualsiasi, al posto del  Martini, la pregiata ditta germanica copriva un terzo del budget. Impossibile rifiutare. Ma intanto addio al più prestigioso personaggio «all british».

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