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Ilaria Cucchi, chiude il suo programma: non lo vede nessuno

Matteo Legnani
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Più che Questioni di famiglia era diventata una questione di dignità: l'1,47% di share in prima serata -battuto perfino dal primo film di Rocky su Iris- non ha nulla d'umano. Un oltraggio all'essenza stessa della tv di servizio. 1,47% e 386 mila spettatori (l'esordio era stato del 2,1%). Ed è stato tristemente inevitabile, da parte del direttore di Raitre Andrea Vianello, la chiusura del suo programma-consultorio del venerdì sera, dopo due puntate, Questioni di famiglia condotto da Marida Lombardo Pijola; e che aveva la sua inviata «di punta» in Ilaria Cucchi, arruolata non certo per curriculum, mediocre -rispetto ai suoi colleghi -su scrittura dei servizi e presenza. Triste ricordare che, proprio all'esordio, qui si era scritto che un programma del genere in prima serata -lodevole nel progetto e regia, ma di collocazione pomeridiana, ripetitivo, ansiogeno e zeppo di deja vu - era come la setta del Tempio del Popolo del reverendo Jones. Era naturalmente portato al suicidio di massa. E suicidio è stato. Anche sulle tematiche del format, con la famiglia tradizionale ribaltata come un calzino ma senza diritto di replica (e parlo da laico...) c'era da discutere. Era un prodotto molto amato dalla rete. Ma come ripeteva la conduttrice: «L'amore non basta»... di Francesco Specchia

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