Beccato l'autore del bestemmione in Rai. "Non mi massacrate": ecco chi è
A rovinare il primo Capodanno della nuova dirigenza Rai è stato il giovanissimo Vito Zingarelli, un ragazzo di 21 anni di Massafra, in provincia di Taranto. È lui l'autore del bestemmione comparso in sovrimpressione poco dopo la mezzanotte del 31 dicembre scorso durante la diretta su Raiuno del programma L'Anno che verrà. Quel "Buon anno, porco D..." ha scatenato una bufera sulla tv di Stato come non se ne vedevano da tempo, con tanto di intervento dell'Osservatore romano, commenti e indignazioni del mondo politico, senza dimenticare il malcapitato tecnico di Rai Com che si è beccato il richiamo disciplinare e l'obbligo a spiegare ai vertici di viale Mazzini come sia potuto succedere che una frase del genere potesse passare anche i filtri umani fino ad arrivare in onda. Un sistema di filtraggio che lo stesso ragazzo prende in giro anche dopo la bravata: "Mi rendo conto che ho esagerato, ma non è che ci volesse un genio per bloccare la parolaccia, bastava un programma software". Ragazzata - "E vabbè dai, ho fatto una cavolata da ultimo dell'anno - ha detto Zingarelli al Corriere della sera - ma che ne sapevo io che la passavano veramente in diretta, quella bestemmia? Che poi mica lo intendevo alla lettera, dai per me porco... era un modo di dire". Quando il Corriere si mette in contatto con il giovane tarantino, sta tornando da un torneo di beach tennis, quasi è divertito, comunque pentito almeno per il caos che ne è venuto fuori. Tutto nato da una serata di noia: "Ero nervoso perché mi sera saltata la serata del 31 con gli amici - racconta Vito - I vicini continuavano a sparare i botti, da incivili, e il mio cane Cico, un pastore tedesco di 4 anni, aveva una paura tremenda, tremava tutto. Così ho deciso di restare a casa con lui e la mia amica Ilaria". Lui che suona heavy metal in una band di guardare Gigi D'Alessio non ne voleva neanche sentir parlare, così ha virato su Raiuno. Della frittata ormai fatta se n'è accorto solo il giorno dopo, durante il pranzo con i parenti che: "Si sono messi a ridere, in fondo era solo una cavolata, la state facendo diventare chissà che". Pentito - Appena scoperta la sua identità, in centinaia gli hanno scritto per complimentarsi: "Mi hanno scritto pure dal Veneto: siamo tutti con te!". Lui però non è che si senta una specie di eroe, anzi nonostante la giovane età sembra essersi reso conto che qualcuno potrebbe rimanere disoccupato per la sua bravata: "Mi dispiace se ho creato problemi a quel signore che doveva controllare i messaggi - dice ancora - e chiedo scusa a tutti quelli che si sono offesi. Però non mi massacrate".