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L'attore e doppiatore Alessandro Rossi: "De Zan? Vuole bene a Coliandro, personaggio unico del piccolo schermo"

Giulio Bucchi
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“De Zan? è legato all'Ispettore Coliandro. Sì, Coliandro è fastidioso, fa gaffe, ma quando è in pericolo il Commissario diventa protettivo”, racconta Alessandro Rossi, storico doppiatore italiano e interprete, nella serie dei Manetti Bros., dello scorbutico (ma paterno) Commissario De Zan. È “in polizia” ormai da dieci anni. Come ha cominciato?  “Fu molto casuale. Per lungo tempo sono stato la voce dei trailer cinematografici; poi, un giorno mi sento con la Cortellesi per il doppiaggio di un cartone animato. Ai tempi, Paola stava organizzando un programma con dei trailer, "dal vivo", durante la trasmissione e in quell'occasione conobbi i Manetti, registi che avevano già in mente di lanciare Coliandro sul piccolo schermo e che mi proposero il ruolo del Commissario. L'impronta della serie ricorda gli anni 70; inoltre, la trama di ciascun episodio è movimentata, originale, diversa. I Manetti sono molto in gamba, sia per il clima che sanno generare sul set, sia per la scelta di situazioni e personaggi, questi ultimi particolarissimi, unici, di quelli che trovi in Coliandro e non, per esempio, in don Matteo”.  Un dirigente un po' scorbutico. Odia così tanto Coliandro?  “No, anzi! Coliandro è fastidioso perché sbaglia, fa gaffe. Ma nel momento in cui è in pericolo, De Zan diventa protettivo con lui”.   Anche il procuratore è così?  “L'esatto opposto. La Longhi, se potesse, lo schiaccerebbe. Il rapporto con l'ispettore è completamente diverso rispetto a quello che ha il mio personaggio”. (Chiedo al dott. Rossi di immedesimarsi nel Commissario e di parlare dei suoi sottoposti. Poche battute per descrivere Berta, Gambero, Gargiulo e Buffarini... e sembra davvero di entrare nella serie) Commissario, chi è Bertaccini?   “Un ottimo agente. Efficiente, intelligente”.  Gargiulo!  “(Sorride) Un ragazzo di grande simpatia... involontaria, diviso fra il fumetto e gli yogurt che gli ordina Coliandro”.   Di Gamberini cosa mi dice?  “Un tipo che sa come comportarsi in azione. Un ispettore d'esperienza, anche laureato, che cerca alle volte di mostrare al suo collega (Coliandro) di essere più intelligente. Ma non so se ci riesce...”.  E la new entry? Buffarini?  “Deliziosa. Un bellissimo contrasto fra la giovinezza di una ragazza che, a primo acchito, potrebbe sembrare quasi una minorenne ma che poi, nel suo lavoro di poliziotto, mostra competenza e acume”.   Torniamo ad Alessandro Rossi. È duro (e scorbutico) anche in direzione del doppiaggio?  “Non direi scorbutico, né duro. Piuttosto, esigente...”.  Qual è il film che l'ha più coinvolta?  “Schindler's List, sia per il tema trattato sia per lo spessore del personaggio (voce di Liam Neeson, protagonista), ha richiesto un certo impegno...”.   Poi?  “Cioé?”  Altre pellicole che l'hanno "presa"?  “Posso dirle di essere legato a Ritorno al Futuro”.  Doppiava Biff, vero? È andato al cinema per il trentennale del film?  “Ero Biff, ma non ho partecipato al 30°... al 25° se non ricordo male ero, invece, in sala”.   Quali qualità avere un buon doppiatore?  “È un attore, perché presta la voce ad attori. Quindi, saper recitare, competenza che dà specialmente il teatro, una scuola che offre ottime basi”. di Marco Petrelli @marco_petrelli

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