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Domenica In, cosa c'è dietro al trionfo di Mara Venier: altro che Parodi, il segreto sta nel nome

Davide Locano
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Ha l'universalità delle cose intime e la familiarità di uno studio tv trasformato in una casa la nuova Domenica In condotta da Mara Venier. E sono questi ingredienti, forse, ad averle garantito lo straordinario successo della prima puntata due giorni fa, con il 16,7% di share e quasi due milioni e mezzo di spettatori. Un risultato eccellente che le ha permesso non solo di vincere la fascia pomeridiana, ma anche di segnare uno scarto rispetto alla vecchia Domenica In, a guida sorelle Parodi, che lo scorso anno galleggiava tristemente tra l'11 e il 12% di share, ben sotto i due milioni di spettatori. Il tono della conduzione-Venier emerge sin dall'inizio, quando Mara si commuove al ricordo di Fabrizio Frizzi, e alza le mani al cielo, per chiedergli supporto e mandargli un'estrema carezza. E poi esplode, in tutta la sua genuinità, nell'abbraccio, da madre a madre, quasi da sorella a sorella, con la mamma di Tiziana Cantone, la ragazza suicidatasi per una scena hot diventata virale: le lacrime di Mara sono vere, il suo approccio e le sue parole esprimono bene il carico emotivo del momento, senza indulgere al pietismo o alla tv del dolore. Se ne accorge, lo spettatore, anche durante la scena con Romina Power, allorché la Venier le dice, ancora una volta in uno slancio intimo: «Quando mia madre stava morendo, il tuo libro mi è stato di grande conforto». Ecco l'arte di Mara: saper raccontare il rapporto madre-figlia, gli affetti familiari più veri, e ancora il dolore e il lutto, con un straordinario tocco di umanità. E di empatia sia con l'ospite che con lo spettatore. Leggi anche: "Quello non lo vogliamo": clamoroso veto Rai a Mara Venier e Domenica In TRASFORMISTA Questo trasforma il suo programma domenicale in un programma domestico: il talk show si fa reality, ma nel senso di specchio della vita fuori dallo schermo, sua propaggine audiovisiva. E, come tutte le cose familiari, suona autentico: non hai mai la sensazione che la Venier stia interpretando un ruolo o esasperando un'emozione; lei conduce con microfono e cuore in mano, privilegiando i sentimenti rispetto alla scaletta. Nessuna scena catartica costruita ad arte per far impennare l'audience; al contrario, proprio grazie a quella spontaneità, l'audience s'impenna. A ciò si somma la sua capacità, figlia dell'indole ma anche di una lunga esperienza, di essere rassicurante, la predisposizione, da vecchia mamma della tv o da zia d'Italia, a infondere serenità allo spettatore, che trova in lei non solo un volto noto ma anche un volto caro, e forme generose, che esprimono quasi cura e accudimento materni... Alla base del suo successo però, non si può negare, c'è anche il fascino dei grandi ritorni, l'operazione nostalgia che riporta a casa chi ne era a buon diritto la padrona. Domenica In coincide con Mara Venier un po' come il Festival di Sanremo si identifica con Pippo Baudo. Lei ne ha fatto il programma culto alla metà degli anni '90, lei è tornata a esserne l'anima nei primi anni Duemila, fino all'onta dell'allontanamento dalla conduzione nel 2006, a seguito di una lite verbale tra ospiti che la Venier non avrebbe saputo frenare; lei vi ha fatto nuovamente capolino tra 2013 e 2014. PROGRAMMA CULTO Ora Mara è tornata per la terza volta, per portare a casa la conduzione «della stella», come si direbbe in gergo calcistico: la decima. E per riannodare questa storia d'amore altalenante, ma forse indissolubile, con Domenica In e la Rai. La guardi in video e pensi che il suo nome, Mara, è la sigla abbreviata di Mamma Rai. di Gianluca Veneziani

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