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Che tempo che fa, Fabio Fazio fa beneficenza a Carlo Cottarelli: le cifre dell'ultimo scandalo Rai

Davide Locano
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Il professor Carlo Cottarelli era universalmente stimato prima che la politica decidesse di occuparsi di lui, guastandone l'immagine per prevedibile conseguenza. Ha lavorato per Bankitalia, l'Eni, il Fondo Monetario, scriveva acuti e spietati editoriali sui principali giornali, teneva incontri e lezioni molto apprezzati, era candidato in pectore di svariati governi tecnici. Poi il presidente Mattarella decise di tendergli un agguato. Le elezioni erano passate da due mesi e il governo ancora non si faceva, il Pd litigava con M5S, la Lega non ambiva a fidanzarsi con Di Maio, Berlusconi non si sa che volesse. Così il Colle, disperato, ebbe la stravagante idea di incaricare il professor Cottarelli di trovare i numeri in Parlamento per un governo provvisorio. Lo sventurato rispose, si munì di trolley e sprezzo del buffo e per tre giorni recitò la parte del candidato a perdere per poi ritirarsi. A Salvini e Di Maio bastò vederlo basculare per i palazzi romani per stringere il contratto di governo ed evitare al professore di aprire la valigia. Leggi anche: Che tempo che fa, Fazio stravince ma...quel clamoroso sospetto C'È SÌ E SÌ Se ti telefona il presidente non puoi dire di no, ma a distanza di qualche mese è facile pensare che Cottarelli sia stato utilizzato per sbloccare la situazione. Lui, persona capace, onesta, e pure con qualche idea, si prestò e per questo non si può criticarlo. Molto più discusso e discutibile è il sì che il professore ha detto a Fabio Fazio per tenere una rubrica fissa di economia ogni domenica sera a Che tempo che fa. Questo sì, un trabocchetto della politica che Cottarelli poteva scansare. Probabilmente, non sapeva a cosa sarebbe andato incontro. Il professore ha trovato normale la richiesta, visto che da trent'anni lo ingaggiano in tutto il mondo per tenere lezioni d'economia, immagino ben pagate. Si sarà detto, cosa cambia a farle su Raiuno anziché in un ateneo? Ha concordato il cachet ed è partito. Ma, caro professore, questa parte la deve ripassare, perché ha sbagliato risposta: cambia tutto. Iniziamo dai soldi: Cottarelli prende 6.500 euro a pistolotto, manco la lavagnetta di cui si serve per svelarci i numeri che reggono il pianeta fosse d'oro. Sono cifre normali per un economista del suo calibro che tiene una lezione, ancorché di cinque minuti, perché i tempi televisivi comandano perfino su spread e deficit. Si può immaginare poi che Fazio elargisca molto di più alle star hollywoodiane di cui talvolta orna la sua trasmissione per chiedere loro se sono brave e belle. Per tagliare ogni polemica sul nascere, Cottarelli ha specificato che il denaro va in beneficienza, la qual cosa è confortante, ma il telespettatore ha un altro punto di vista, più vicino all'idea che Fazio faccia beneficienza a Cottarelli con i soldi di chi paga il canone. Cosa ne faccia poi il professore del denaro guadagnato è relativo, intanto noi l'abbiamo pagato. CALCOLI SBAGLIATI Intendiamoci, un insigne economista non ha bisogno della beneficienza di nessuno e Cottarelli non è uomo che agisce per denaro. Lui è persuaso di poter dare una mano all'Italia, e forse non ha tutti i torti. Però riteniamo che, per inesperienza, vanità o eccessiva ansia di comunicare il proprio pensiero, si sia fatto affascinare troppo dal tubo catodico, che per taluni non ha prezzo; altro che 6500 euro. Probabile che il professore oggi si stupisca che le sue comparsate gli abbiano procurato attacchi politici da Forza Italia, M5S e altri, quindi proviamo a spiegargli dove ha sbagliato i calcoli. Fazio è il simbolo della tv prima veltroniana e poi renziana, comunque anti-leghista, anti-grillina e anti-berlusconiana. Gestisce un salotto radical chic, dove talvolta si prende in giro bonariamente la sinistra per il suo eccesso di democrazia e valori, sempre si menano soffusi fendenti su Salvini e Berlusconi, costantemente si convoca il potere economico e culturale perché possa fare bella mostra di sé. Con tutti gli sforzi che un uomo può fare per restare terzo e indipendente, chiunque, anche il professore Cottarelli, lavori per Fazio entra automaticamente a far parte di una scuderia e, per l'opinione pubblica, porta il drappo rosso. NON RINNOVI Siamo certi che Cottarelli sia sinceramente perplesso dalla manovra del governo del cambiamento e che le sue critiche domenicali siano intellettualmente oneste. Però, fatte dal programma di Fazio, sembrano una parte in commedia, per di più pagata anche dagli elettori giallo-verdi, che sono la maggioranza, e non un'analisi indipendente. Perciò, a prescindere da quel che dice, nessuno ascolterà i suoi ragionamenti con orecchio libero, perché è il pulpito che è partigiano. Se voleva mantenersi incisivo nella critica e condizionare il dibattito politico, il professore doveva fuggire dalla messa cantata domenicale dello showman caro all'intelligentia rossa. Siccome lo riteniamo più intelligente dei rossi, siamo pronti a scommettere che quando, a dicembre, scadrà il suo contratto, Cottarelli non rinnoverà e tornerà a essere credibile. di Pietro Senaldi

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