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Striscia la notizia, Ezio Greggio a Libero: "Sto dalla parte di Feltri, com'è finita la nostra telefonata"

Giulio Bucchi
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Chi aveva cominciato per primo a imitare il nostro direttore Vittorio Feltri era stato Crozza. Del resto quando si è tra i migliori giornalisti l' invidia e l' ironia fanno parte del gioco. Feltri è il primo a sorridere di battute e sottintesi. Anzi, spesso in redazione si rilassa guardando su internet frammenti delle imitazioni che Crozza fa di lui. Ma se si esagera, allora non ci sta. A cadere nella trappola dell' audience era stato anche Ezio Greggio, un personaggio che certamente non aveva bisogno di farsi pubblicità attaccando Vittorio Feltri. Eppure, durante una puntata di Striscia la notizia, Greggio e i suoi ci erano andati pesanti, trasmettendo un fuorionda di un programma d' informazione Mediaset in cui una giovane presentatrice si lasciava andare a ironie fuori luogo verso il direttore, che era collegato come ospite. Ne chiediamo conto all' attore, attualmente a Monte Carlo, dove sta dando gli ultimi ritocchi al suo Festival de La Comédie (da domani e fino al 9 marzo), giunto alla sedicesima edizione. Greggio è uno degli italiani più stimati del Principato di Monaco e uno dei personaggi più amati in Italia. Greggio, partirei da qui. Come si casca in certe trappole? Perché ha preso di mira Feltri con una parodia che certo non è stata gradita? «Faccio il comico, ma mi creda, c' è stato un malinteso. Per quanto mi riguarda sono da sempre un estimatore di Vittorio Feltri, e lo saluto con la stima di sempre». Si era arrabbiato, e molto... «Lo so e mi dispiace molto. Bisogna però vedere anche come glielo hanno raccontato e come questa storia è stata gonfiata. Ci siamo poi sentiti al telefono ed è finita ridendo e scherzando. Mi piace ciò che dice, lo ammiro da sempre». Pace fatta? «Assolutamente». Passiamo al Festival De La Comédie. Quali sono le novità? «C' è una selezione molto accurata dei film, quasi un' analisi sociale e di costume. I film ruotano intorno all' amore, al sesso, al romanticismo. Ne abbiamo selezionati più di 150 e tutti in grado di regalare un' emozione, di far vivere momenti importanti. Il presidente di giuria è il grande regista Costa Gravas. In giura anche Edoardo Leo, Carlo Verdone, Paolo Genovese e Sandra Milo che riceverà un premio alla carriera. La serata, sarà ripresa da Canale 5 e andrà in onda prossimamente». Tutto cominciò, per questa rassegna, con Mario Monicelli... «Infatti. Fu Mario a darmi tanti consigli, lui che aveva un amore forte per il cinema, che considerava una vera arte insostituibile e sempre innovativa». A proposito di personaggi e di cinema, lei in America aveva avuto un buon successo. Perché ha rinunciato a lavorarci? «È la vita! Però è vero, ho passato momenti importanti. Con Mel Brook ho trascorso bellissime giornate, ho frequentato tanti altri grandi attori e mi sono trovato bene. Arrivare negli Stati Uniti e lavorare con questo entusiasmo è stato molto importante per me». Lei voleva rifare Yuppi du, ed ancora aspetta che la Filmauro decida qualcosa. Peccato, il pubblico vorrebbe il ritorno di quei personaggi. «Il problema è che può deciderlo solo Aurelio De Laurentiis, il film è suo. Ma ora è molto impegnato con la squadra del Napoli e ha poco tempo per pensare anche a questo. So che Massimo Boldi si sta dando da fare, però la vedo dura. È complicato riuscire a vincere questa nostra "partita"». Il fatto di essere riuscito a organizzare un festival della commedia, impresa fallita in passato da molti regsti e direttori artistici di grido, fa di lei una specie di eroe del cinema? «Penso ancora a Monicelli, e sono felice di esserci riuscito, ma non mi sento un eroe. Sono un uomo che ha lavorato per seguire un progetto giusto, doveroso. Ed estremamente interessante. Anche per me il cinema è un' arte di cui non si può fare a meno. L' importante è portare al pubblico film che destino la loro attenzione, altrimenti diventa tutto inutile».

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