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Rai, Gad Lerner il migliore sponsor di Matteo Salvini: quanti voti porta alla Lega

Davide Locano
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«Seguo la Lega dai suoi inizi, le mie prime trasmissioni di 30 anni fa si intitolavano "Nella tana della Lega", "Profondo nord", "Milano Italia". Durante la puntata cercherò di far capire come da piccolo movimento nato tra Varese e Bergamo, la Lega sia diventato un partito nazionale e probabilmente di maggioranza relativa». Parlava così Gad Lerner, pochi giorni fa, annunciando la prima puntata del suo nuovo programma "L' Approdo", in onda da domani sera in seconda serata su Raitre. Ne parlerà in maniera disinteressata e divulgativa? «Conosco Salvini da quando portava i pantaloni corti - ironizzava il giornalista - cercherò di raccontare quanto vi sia di continuità tra questo leader italiano di oggi e la Lega delle origini, avremo delle sorprese interessanti». Chissà... sicuramente non si rivolgerà alle «classi subalterne», ovvero gli elettori leghisti - oltre 9 milioni di italiani - secondo il Gad-pensiero. Leggi anche: "Tu e il tuo Rolex...": Giordano affonda Gad Lerner I SALOTTI L'obiettivo nelle cinque puntate sulla terza rete (paghiamo sempre noi, 69mila lordi dice il conduttore) immaginiamo già quale sarà: denigrare, prendere in giro, deridere, sghignazzare sotto i baffi di questo personaggio, Salvini, e della sua gente, gli elettori del Carroccio. Ovvio, essendo un fenomeno popolare, la Lega dà fastidio ai signori degli attici e degli yacht (magari in compagnia di Carlo De Benedetti) poiché non è telecomandabile. I padroni dei salotti odiano predicare nel deserto. E provano in tutte le salse a far fuori i popolani... Questo gioco è vecchio come il '68, però dà fastidio che le armi per combattere Salvini siano finanziate dal canone in bolletta. Facile pontificare con i quattrini degli altri... Non è solo Lerner comunque a sparare su Matteo. Ci sono Fazio, Saviano... ma in generale è il sistema informativo Rai - a parte alcune eccezioni - che è orientato a sinistra. A seguire i servizi dei principali tg pare che al governo ci sia sempre il Pd, non si è visto alcun «cambiamento». Accoglienza, allarme povertà, ambientalismo sfrenato, rischio fascismo... Ogni parola, ogni immagine, ogni intervista sono partigiane. Il pensiero è quello e non lo puoi mettere in discussione. Un atteggiamento che si riscontra pure nei talk. Della Rai e non solo. Che fare dunque? Cacciare quelli di sinistra? Siamo matti? I compagni farebbero le purghe, le persone normali no... Lasciamoli pure lì a Viale Mazzini, forti dei loro pochi ascolti da sventolare in qualche spiaggia di Capalbio. Qualche, poichè nella famosa località balneare il Carroccio ha sfiorato il 50% alle recenti Europee. FUORI DAI GIOCHI Nessuna lista di proscrizione. Finché ci ammorbano i vari Lerner, Fazio o Saviano, possiamo stare sicuri che i loro rappresentanti politici non torneranno più al governo. Non è una bestemmia affermare perfino che Gad è il miglior sponsor di Salvini, come ha ammesso lo stesso vicepremier ieri durante una visita al mercato di Potenza. Certo, «spiace lo paghino gli italiani», ha commentato amaramente lo stesso ministro dell' Interno. Spiace anche che, al di là delle rivalità politiche, pochi programmi diano spazio alle «classi subalterne». Sempre salotti, dibattiti, dalla mattina alla sera tardi, nei quali si affrontano grandi temi, mentre i problemi quotidiani - di agricoltori, artigiani, commercianti, camionisti, avvocati, operai, imprenditori - trovano poca visibilità. Se ne parla solamente in maniera strumentale per accusare l' avversario di turno. Peccato, il canone Rai - una tassa da 1,6 miliardi l' anno - è alimentato in gran parte proprio dai «subalterni». Ma a Lerner non interessa: lui e Saviano guardano oltre. Pensano agli ultimi. Agli immigrati. Così la gente segue sempre più Salvini, secondo il quale vengono «prima gli italiani». di Giuliano Zulin

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