Caos alla Mostra del Cinema di Venezia
Accanto ai 'mostri rossi' spunta la D'Addario
Ieri la Laguna Rossa ha fattoemergere tutti i suoi mostri. Non fosse bastato il clamore di popoloper la presentazione del documentario anti Silvio “Videocracy”,un'altra formosa iniezione di gossip è arrivata alla 66esima Mostra delcinema di Venezia grazie a Patrizia D'Addario, la escort barese conpropensione al ricatto divenuta purtroppo famosa nei mesi scorsi. Ieri pomeriggio si è manifestataall'imbarcadero dell'Excelsior conciata da diva, con abito lungo rossoeffetto vedo non vedo a motivi floreali. E come una diva l'hannotrattata i fotografi: appena l'hanno riconosciuta si sono precipitatisu di lei che distribuiva baci e faceva ciao-ciao con la manina, mentreil pubblico scattava foto con i cellulari e chiedeva autografi. Ilmotivo della presenza di Patrizia è oscuro. Lei si è limitata apercorrere la scalinata dell'albergo più famoso del Lido come fosseSophia Loren, ripetendo: «Sono felicissima di essere a Venezia». Sidice che sia arrivata, assieme al cugino-manager Mimmo Frisone perconcedere un'intervista a una rete australiana. Certamente ha raggiuntoil suo scopo: enorme pubblicità. Ma la escort superstar è stata solola ciliegina sulla torta di una giornata movimentata. Sul bollettino diguerra va segnato anche lo scontro all'arma bianca tra due stellebrillanti dell'intellighenzia di sinistra italiana: il regista CittoMaselli e l'archistar Massimiliano Fuksas. Invece del solito“dibbattito” i due hanno partorito uno psicodramma. Spieghiamo. Masellipresenta al Lido un film, “Le ombre rosse”, in cui (come raccontatoieri da Libero) fa a pezzi la sinistra italiana, indicando i ragazzidei centri sociali come unica speranza per l'avvenire. Sotto il tirodel cannone finiscono gli ex sessantottini, rappresentati nel film daun architetto (Ennio Fantastichini) un tempo militante del movimento eora ricco e famoso. Il quale viene contattato da un ex sindacalista(Arnoldo Foà) per aiutare alcuni giovani no global a edificare una“casa della cultura”. Il progettista fa prima la figura del porcellone:lo vediamo trastullarsi con una bella e giovane assistente sotto ilnaso della sua convivente, che sa tutto ma non accetta in nome dellalibertà sessuale. Poi, l'architetto si dimostra interessatoesclusivamente al denaro (e tanti saluti all'impegno politico). Proponedi chiedere fondi per il centro culturale ad alcuni petrolieri texani ei no global lo rimandano da dove è venuto. A Venezia i maligni hanno cominciatosubito a mormorare che il personaggio del film sarebbe una caricaturadi Massimiliano Fuksas. E ieri è arrivata la conferma. Fuksas inpersona ha diffuso un comunicato, rilanciato da Dagospia, in cuispiega: «Alcuni mesi fa Citto Maselli venne nel mio studio romano inqualità di presidente di una delle tante associazioni che lo hannovisto partecipe. Con l'occasione mi chiese di progettare il restauro (atitolo gratuito naturalmente) della villa di Luchino Visconti aIschia». Fuksas ha accettato, ma ora «con stupore e amarezza, noto cheMaselli ha dato vita nell'ultimo dei suoi film a un personaggio cherimanda (per tutta la stampa) al sottoscritto. Personaggio nonpropriamente edificante». Fuksas ha ricordato anche cheMaselli è «il regista che, per motivi para-politici, ha più incassatoin contributi dal Ministero della Cultura per i suoi film chedifferentemente dai finanziamenti cospicui, hanno avuto un pubblicoquasi nullo». È l'ulteriore conferma di quanto già scritto su Libero daAlessandra Menzani. La lista dei flop è lunghissima e Fuksas pareconoscerla bene. Ma la rappresaglia dell'archistar non è finita. Ilbuon Massimiliano annuncia anche che non si dedicherà al restauro dellavilla di Visconti, «grandissimo regista che a differenza di molti hamostrato grandi qualità senza nascondere il fatto che era sinceramentecomunista e senza mai usare la politica come sostituto alla mancanza ditalento». Maselli, di fronte alla mitragliata,non ha fatto una piega: «I personaggi del mio film», ha replicato,«sono di pura invenzione. Se qualcuno crede di riconoscersi è unproblema suo. Gli attacchi personali e tutto il resto delladichiarazione di Fuksas si commentano da soli». Insomma, l'autoanalisi dellasinistra al Lido è finita male. I compagni forse possono consolarsi conil film “Cosmonauta” di Susanna Nicchiarelli, classe 1975, allieva diNanni Moretti che le ha prodotto Cra Cri Do Bo, uno dei Diari dellaSacher nel 2001. Il suo nuovo lavoro racconta l'epopea di Luciana,militante vecchio stile. Nel 1957, quando la cagnetta Laika vienelanciata nello spazio dai sovietici, ha nove anni e scappa dalla primacomunione urlando che lei no, il corpo di Cristo non lo vuole perché ècomunista. Negli anni successivi prosegue per quella strada. Entranella Figc e si innamora di uno dei dirigenti. La storia non finiscebene. Luciana si contende l'uomo con un'altra compagna ed è costretta alasciare il partito: è la sua prima scissione. Sembra che il problemadella sinistra sia sempre lo stesso. Dopo qualche tempo è inevitabile(come tra Citto e Fuksas) mandarsi a quel paese. E alla fine si rimaneappigliati a una Patrizia D'Addario qualsiasi. Francesco Borgonovo