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Caduta Libera, "lui non la vive bene": la rabbia del pubblico e il dramma di Gerry Scotti, la rivelazione di Maurizio Costanzo

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Canale 5 nel mirino dei telespettatori. In molti hanno notato come prima di cena, alle 18.50, vadano sempre in onda le repliche di Caduta Libera. Un fatto che ha innervosito una spettatrice: "Sto incominciando a scocciarmi. Mi ricordo le domande e le risposte, così è una noia", ha tuonato direttamente a Maurizio Costanzo nella posta del settimanale Nuovo. Puntuale la risposta del giornalista che ha preso le difese del conduttore del programma: "Penso che Gerry Scotti non viva bene questa fase”. E infatti il conduttore, in occasione di un'intervista al Corriere, si è detto rammaricato. A causa del coronavirus non ha potuto girare le nuove puntate di Caduta Libera, anche se le repliche stanno ottenendo buoni ascolti.

 

 

Per la felicità di alcuni, le repliche termineranno l'8 marzo. Quando al posto di Scotti ci saranno Paolo Bonolis e Luca Laurenti con Avanti un altro. Proprio per quel giorno Gerry tornerà dietro al bancone di Striscia la Notizia. "L’8 marzo torno in onda con Striscia la Notizia. Prima con Francesca Manzini, poi con Michelle Hunziker", aveva ricordato lanciando poi un messaggio ai vertici Mediaset: "A giugno, invece, il mio contratto scade, vediamo come vanno le cose". Anche se la sua riconferma al Biscione, visti i numerosi successi, pare scontata. 

 

 

Scotti ha vissuto un'altra importante novità: è diventato nonno da pochissimo. "Avevo una paura terribile a tenere la nipotina in braccio - ha confessato timoroso -. Nemmeno con mio figlio ero così imbranato. E poi il periodo che stiamo vivendo impone un sacco di attenzioni: mascherina, gel, disinfezioni. È una preoccupazione in più". Lui stesso è stato ricoverato a causa del Covid, definendo l'esperienza "la più straziante". "All’inizio hai l’ossigeno - aveva detto a Verissimo - uno pensa di prenderlo con la mascherina o con le cannule invece lo strumento pensato per questa patologia è l’uso del casco che non solo ti manda la giusta quantità di ossigeno, ma con una forma di pressione e depressione invita i tuoi polmoni a tornare a respirare da soli. È una specie di tortura psicologica, se soffri di claustrofobia impazzisci”.

 

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