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Elio e il figlio autistico: "Sono inc***, lo Stato scorda migliaia di famiglie disperate"

Fabrizio Biasin
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Buondì Elio (Stefano Belisari), è la seconda volta che ti intervisto ma tu non te lo ricordi. «Certo che me lo ricordo, a Sanremo».

Fu il Sanremo del vostro addio, "vostro" inteso delle Storie Tese. Era il 2018, poi vi siete sciolti...
«Non è vero, abbiamo smesso, è diverso».

In che senso.
«Nel senso che siamo ancora gli Elio e le Storie Tese, siamo amici, stiamo insieme, ma a un certo punto abbiamo pensato che non avevamo altro da dire. Ora, dopo un anno di pandemia, ci siamo un po' rotti le balle...».

Tornate a suonare?
«Stiamo valutando, ma solo se ci sarà qualche "ca**ta" da fare per cui ne valga la pena. Del resto, guarda a che punto siamo arrivati...».

APPROFONDIMENTO: Elio, Gianluca Nicoletti e Mimmo Pesce: l'autismo dei figli, il racconto di tre padri. Clicca qui

A che punto?
«Al punto che oggi, per esempio, i nostri primi album verrebbero massacrati dai perbenisti, i social non perdonano».

In effetti con versi come Eccoti la pelliccia, eccoti l'utero le femministe insorgerebbero.
«Ma non solo. Anche all'epoca c'era chi ci attaccava, poi per fortuna le persone senzienti capivano che il nostro "andare all'estremo" aveva esattamente lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica su certi temi. Per Omosessualità, nel 1997, fummo premiati dal Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli per mano dell'allora poco conosciuta Vladimir Luxuria. Oggi però sarebbe tutto molto più complicato... Vuoi conoscere la mia teoria sui social?».

Ecccccerto.
«Internet è nato come uno strumento di libertà, ma sta facendo esattamente l'opposto. Dà voce a chi urla di più. E chi urla di più, nella mia esperienza, non corrisponde mai a chi dice la cosa più intelligente. Io, pur essendo paladino della libertà assoluta, sono convinto che internet andrebbe regolamentato, esattamente come il traffico. Cioè, non è che siccome viviamo in un Paese libero allora uno può andare contromano».

Sui social vanno quasi tutti contromano!
«Sì ma non chiamiamola trasgressione. Oggigiorno il massimo della trasgressione è diventato "parlare italiano corretto", seguito a ruota da "sposarsi" e "stare insieme 40 anni". Quella sì che è una roba per pochissimi...».

Ora diranno che sei un matusa.
«Fosse solo quello. L'altro giorno ho esternato una cosa che mi sembrava sacrosanta: "Vaccinate i bambini autistici, aiutate loro e le loro famiglie che in Italia sono migliaia e migliaia". Sai cosa mi hanno scritto?».

Di tutto.
«I no vax mi hanno attaccato: "Anche tu sul carrozzone dei vaccini!". Altri erano furibondi: "È il vaccino che genera l'autismo!". Altri ancora si sono indignati: "Parli di bambini con l'autismo e escludi il resto dei disabili!". Ma il motivo è semplice: tratto solo la materia che conosco».

Hai un figlio autistico...
«Sì, ha 11 anni. Ma io, credimi, non lo faccio per me, noi in famiglia ce la caviamo bene. La mia esperienza mi ha portato a conoscere decine di migliaia di drammi veri, non Corona che fa lo sciopero della fame, gente che ha la vita distrutta, paralizzata per colpa di uno Stato che non fa niente se non propaganda il 2 aprile».

Cosa succede il 2 aprile?
«È la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo, ho interpretato Heroes per il cortometraggio tutto italiano Lo specchio di Lorenzo che andrà in onda domani su Rai Yoyo con musiche di Rocco Tanica e Diego Maggi. Ecco, è una giornata importante, ma temo che si possa trasformare nel solito appuntamento inutile».

E perché mai?
«So come vanno certe cose. Finirà con quelli che hanno il mio problema che parleranno di quanto la loro vita stia andando male con quelli che hanno il mio problema. Un bel circolino condito da politici che vengono a sciacquarsi un po' la coscienza. Poi, il 3 aprile, si ricomincia da zero».

Siete a zero?
«Fai tu. In Italia non esiste neanche un censimento dei ragazzi con l'autismo. Il massimo che fanno in parlamento è parlare di Pet Therapy. Sai di cosa si tratta?».

Gli animali che...
«...te lo dico io. I politici - ma non solo loro, tutti quanti - credono che "aiutare" significhi isolare i bimbi e lasciare che la famiglia, come dire, respiri. Ma quello non è aiutarci, significa non aver capito niente. I bambini autistici possono "imparare a vivere", a parlare, ma per farlo devono essere seguiti appena il problema si manifesta e da chi ha competenze specifiche attraverso la "terapia comportamentale". Non dai diplomati dell'Isef...».

Dell'Isef?
«Ci sono famiglie che dopo lotte indicibili riescono ad avere un qualche tipo di sostegno. Ecco, nel 99% dei casi si traduce in un neo laureato nelle materie più disparate e senza alcuna competenza. Gli portano il té, li accompagnano... Meglio di niente, ma così non li stai aiutando, li condanni a una non-vita. Ti racconto come è andata a me».

Prego
 «Ci siamo presentati davanti alla Commissione che doveva stabilire se mio figlio fosse o non fosse autistico. Sai da chi era presieduta? Da un otorino. Ma cosa cazzo ne sa un otorino! Mi vergogno a dirlo, ma mi sono in***o come una bestia, mi sono messo a urlare».

Beh, posso immaginare.
«Dopo un anno mi hanno risposto e ora, attraverso sforzi disumani - perché otto ore di riabilitazione al giorno sono tante, credimi - mio figlio parla, ha degli amici, va a scuola. Ma per ogni "successo" ci sono migliaia di bambini che vengono lasciati senza sostegno, abbandonati. È lacerante...».

La terra dei cachi...
«Quando ho scritto La terra dei cachi vivevo come un ca**ne, parlavo dei limiti di un'Italia dove il dramma si accompagna sempre a qualcosa di comico, di grottesco, perché è così. Poi mi ci sono ritrovato e ora sento storie che vanno "oltre". L'80% delle coppie con un figlio autistico si separa, non regge, sono numeri certificati. Oppure ci sono i genitori che scappano, spariscono letteralmente per non affrontare la malattia. Altri si suicidano e, ti prego di credermi, sono tanti. Infine ci sono quelli che si rassegnano, scelgono di "negare" il problema».

"Negare" nel senso di far finta di niente?
«Mi è capitato di chiedere ad alcuni genitori "come va con tuo figlio?". Ti rispondono "bene". E tu gli dici "ma non parla...". Ti rispondono "beh, parlerà...". Lo Stato non aiuta ad affrontare l'ostacolo? Allora meglio far finta che non esista. Poi un giorno i genitori muoiono e i figli restano da soli. Abbandonati e senza strumenti. È anche per quello che pretendo i vaccini: se spariscono i genitori, spariscono anche i figli».

Servirebbe un Supereroe. Chi è Supergiovane oggi?
«Non esiste. Speriamo lo diventi Draghi, ma anche lui dovrà fare i conti con le "divisioni", quella cosa che ti obbliga ad accontentare uno, ma anche l'altro. E così è impossibile far vincere la competenza».

...Del resto siamo circondati da Vitelli dai piedi di balsa, inventori di storie false.
«Beh, è l'era delle fake news. Se vai a vedere hanno sempre come obiettivo un vantaggio personale. È il vero problema dell'Italia: il bene personale viene messo davanti al bene collettivo».

Hai scritto C'è solo l'Inter...
«Non ho mai scritto una canzone d'amore per una donna, ma per l'Inter sì...».

Posso chiudere l'intervista con Forza Panino e chi capisce, capisce?
«Certo che puoi».

Forza Panino... 

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