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Khabi Lame asfalta tutta la sinistra con una frase: "Chi è pulito..."

Daniele Dell'Orco
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Gli scaramantici l'hanno sempre considerata una iattura bella e buona, una massima inventata apposta per prendere le disgrazie con finta filosofia. Ma per qualcuno la frase di Albert Einstein, «è nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie», è davvero una legge divina. Come Khaby Lame. Ha 22 anni, è nato a Dakar ma è arrivato in Italia quando aveva un anno, ha fatto l'operaio nel torinese ed è stato licenziato a marzo del 2020, con l'arrivo del covid. Un destino purtroppo comune a molti. Lui però, da allora si è ripreso alla grande, e da un paio di giorni è l'uomo più seguito al mondo su TikTok con 142,4 milioni di follower. È diventato famoso proprio durante i vari lockdown, utilizzando i social network con una semplicità unica e compiendo questo miracolo letteralmente con la sola imposizione delle mani. La sua posa è nota in tutti i continenti e ha portato un po' di spensieratezza nelle giornate degli utenti digitali. Per di più, grazie alla notorietà è riuscito ad accumulare anche qualche quattrino. Qualcosa, però, ancora gli manca: la cittadinanza italiana.

 

 


SOLTANTO LE FOTO
In un'intervista a Repubblica giusto ieri aveva ricordato di non avere ancora il passaporto e che sebbene qualche mese fa il questore di Milano l'abbia convocato perla pratica di cittadinanza, gli erano solo state fatte delle foto e poi era stato lasciato andare. Poche ore dopo la pubblicazione dell'intervista, il sottosegretario agli Interni, Carlo Sibilia, ha scritto un tweet per rassicurarlo: «Caro Khaby Lame volevo tranquillizzarti sul fatto che il decreto di concessione della cittadinanza italiana è stato già emanato i primi di giugno dal Ministero dell'Interno. A breve sarai contattato dalle istituzioni locali per la notifica e il giuramento. In bocca al lupo». Tutto bene ciò che finisce bene, insomma, almeno per lui, che qualche sassolino nella scarpa ha voluto toglierselo lo stesso. Al Ministro Luciana Lamorgese aveva detto: «Non è giusto che una persona che vive e cresce con la cultura italiana per così tanti anni ed è pulito, non abbia ancora oggi il diritto di cittadinanza. E non parlo solo per me. Il visto e magari la cittadinanza mi renderebbero le cose più facili, ma non sarei contento pensando a tutte quelle altre persone che magari sono anche nate in Italia e non hanno lo stesso diritto».

 

 


Con una parolina ben assestata, Lame è riuscito a rimettere in riga i benpensanti di sinistra, che già stavano esultando per un presunto trionfo di immigrazionismo. La parolina è: pulito. Mentre infervora il dibattito sullo ius scholae, che mercoledì approderà in aula a Montecitorio per la discussione generale (la votazione sarà a luglio), Lame in un colpo solo è riuscito a rimettere in riga i fan dell'immigrazione incontrollata e a trovare una falla nella legge che piace a Pd, 5Stelle (e dimaiani), Leu, Italia Viva e Forza Italia.

 

 


NO ALLA CRIMINALITÀ
Con quel "sono pulito", un figlio dell'immigrazione come Lame ammette di fatto l'esistenza di un problema di criminalità legato all'arrivo incontrollato di decine di migliaia di persone l'anno (67mila nel 2021, il doppio rispetto al 2020), e ammette anche che ci siano persone come lui che ci tengono a non essere confuse con la massa e che meritano una considerazione particolare. Quindi, sì alla cittadinanza, ma a chi la merita e a chi se la guadagna. Lame è davvero «cresciuto con la cultura italiana», ha concluso ben più di un ciclo scolastico in Italia (che secondo lo ius scholae sarebbe già sufficiente), e soprattutto ha la fedina penale immacolata. Difatti, anche con lo ius sanguinis in vigore al momento (ovvero la cittadinanza per discendenza), il passaporto, seppur con qualche mese di troppo, lo otterrà. Lo ius scholae, che consentirebbe di diventare italiani a tutti gli effetti a quasi un milione di ragazzi figli di immigrati, supera (finalmente) lo ius soli, che concedeva la cittadinanza a tutti i nati in Italia, già perché prevede il completamento di cinque anni di scuola. Ma forse, grazie all'esempio di Khaby Lame, qualche requisito in più potrebbe essere introdotto. Ad esempio, essere puliti. 

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