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Maria De Filippi, il miracolo di Amici: perché domina ancora in tv

Francesco Specchia
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Il lutto si addice ad Elettra, ma Maurizio non avrebbe voluto che s’addicesse a Maria. C’è un’etica invincibile nella dignità di Maria De Filippi, nelle lacrime inghiottite dal senso dovere e nella voglia di tornare a lavorare dopo la terribile scomparsa del marito. Maria - estenuata dal dolore - riapre la sua personale saracinesca di Amici nel Serale di questo sabato. E butta il cuore oltre l’ostacolo e nel programma, «come gli è stato insegnato» da Maurizio Costanzo; e dello stesso Maurizio, Maria omaggia la leggendaria bulimia lavorativa perpetuata fino all’ultimo respiro da un letto d’ospedale. Amici non è solo un programma tv. È l’ansiolitico ideale per Maria e, al contempo, la chiesa laica dello spettacolo italiano. Quando lo lanciò (con un’avvisaglia del ‘92 condotta da un’empaticissima Lella Costa al timone e, in seguito, l’anteprima del 2001 con Daniele Bossari conduttore), De Filippi era già un’autrice solida e affermata dietro la telecamera. E, in quell’occasione, s’inventò qualcosa che prima, nella televisione italiana, non esisteva in natura.

SARANNO FAMOSI
Si trattava di un talk show riservato ad adolescenti e ventenni e al loro rapporto complesso con i coetanei e i genitori. Fu un buon esordio. Poi, via via, quel racconto di vita s’innestò nella trama di uno storico film - e poi telefilm - di Alan Parker del 1980, Fame; e da lì, col nome di Saranno famosi il format trovò la sua strada e si trasformò nel trampolino di lancio di talenti da iniettare nel mondo televisivo, discografico, della danza, del teatro. Ricordo, di quel periodo pionieristico, gli insegnanti alle prime armi: da Pino Insegno a Fioretta Mari, da Garrison a Beppe Vessicchio, al ballerino albanese Kledi, tutti battezzati dal direttore della “scuola” Bruno Voglino pescato dalla pensione in cui la Rai ne aveva relegato la leggendaria abilità di scouting. Oggi Amici è un’oleatissima macchina da guerra. I nuovi tre giudici del Serale sono Michele Bravi, Giuseppe Giofrè, l’ubiquo Cristiano Malgioglio; e tutto si consumerà, senza dubbio, nel solito tripudio d’ascolti e di cuori in tumulto, mentre il mezzo sorriso e lo sguardo in tralice di Maria allestiranno il resto dello show.

Eppure, molti di noi sono abbastanza antichi da rammentare quando il programma fu costretto a cambiare il proprio titolo, perché la società di produzione dell’omonimo telefilm Usa aveva minacciato cause per violazione di copyright. Sicché diventò Amici di Maria De Filippi, accorciato quasi subito in Amici. La prima edizione la vinse il cantante Denis Fantina e si mangiarono il palco Valeria Monetti e Monica Hill, oggi rispettivamente divenute una brava attrice e l’ottima corista di Ramazzotti. Amici ha avuto pure il merito indiscusso di ridare ossigeno alla discografia italiana. A cominciare dal successo nel 2008 di Marco Carta il cui invito a Sanremo (che vinse) ruppe il tetto di cristallo della rivalità acerrima tra Mediaset e Rai. Maria, grazie alla collaborazione con le case discografiche, illuminò il mercato. Un mercato che riprese vita, dove si riversarono le voci di Alessandra Amoroso, Emma, Pierdavide, Valerio Scanu, Annalisa e di tutte le nuove popstar che contribuirono a risollevare - assieme agli omologhi di X Factor - anche il Festival di Sanremo, precipitato in crisi d’ascolti.

SEMPRE IN CAMBIAMENTO
Amici, in due decenni, ha cambiato regole, meccanismi di gara, esami di sbarramento, protagonisti, ospiti (ci sono passati tutti da quel set, da Emanuele Filiberto ad Al Pacino). Ha cambiato, soprattutto, la pelle una marea di volte, per adattarsi ai tempi e alle esigenze di palinsesto. Amici, in questo senso fu anche un’arma tattica. Per esempio, nel 2009, dopo la conclusione di Amici 8, Maria rimase in onda per altri sette sabati con i casting della nona edizione; e così facendo, diabolicamente, stroncò nella culla Italian Academy 2, neonato talent di Raidue. Amici sta al Grande Fratello come il Dottor Jeckill a Mister Hyde. E la nostra amazzone è sempre lì che ce lo racconta. Bentornata, Maria. 

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