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Bianca Berlinguer a Mediaset, fango Repubblica: "A babbo morto..."

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Non aspettavano altro, a Repubblica: ora che Bianca Berlinguer è passata a Mediaset, possono colpire sotto alla cintura l'ex conduttrice di CartaBianca, impunemente e senza più remore. Fino a poche ore fa, l'ex Zarina era pur sempre la figlia di Enrico Berlinguer, storico leader comunista, compianto nume tutelare della sinistra. Da oggi è semplicemente un nuova dipendente del Biscione. Certo, non c'è più il nemico politico Silvio Berlusconi a capo dell'azienda, ma il ben più neutro Pier Silvio, ma la dialettica noi-contro-loro regge ancora. E così, dagli a Bianchina. 

 

 

 

"Fra le meraviglie, sempre relative, della Repubblica televisionara si segnala dunque il passaggio di Bianca Berlinguer, 63, dal servizio cosiddetto pubblico (Rai) a quello dei Berlusconidi (Mediaset)", scrive Filippo Ceccarelli, tra le firme di punta (e più velenose) del quotidiano diretto da Maurizio Molinari. L'ingaggio della ex direttrice del Tg3, nota Ceccarelli con più di una punta di malizia, avviene "a babbo morto", vala dire a letterale scomparsa del fondatore di Mediaset. "per indicare che il cambiamento ha preso il via". Il giornalista di Repubblica sottolinea poi "la sincronia con il benservito delle reti berlusconiane a Barbara D’Urso, imperatrice del trash estremo".

 

 

 

L'approdo della Berlinguer a Cologno, prosegue l'articolo, "indica con sufficiente chiarezza quanto le distanze che un tempo si sarebbero definite ideologiche si siano inesorabilmente accorciate". "Dalla ridotta di TeleKabul alla televisione commerciale, da Curzi-Kojack ai promo scintillanti di Cologno Monzese, dall’utopia della condivisione del sapere alla religione del Dio Profitto non restano che mute considerazioni fuori tempo", riflette Ceccarelli trasudando nostalgia per i bei tempi che furono.

 

 

 

Ultima stilettata alla ex compagna Bianca: "La televisione è davvero una brutta bestia e per chi ci campa mettendosi sotto la sua lente d’ingrandimento è difficile, se non impossibile, sfuggire – quando va bene - ai dispositivi di consacrazione dell’auditel" e "dello spettacolo, specie se urlato, demente e sgangherato". Perché "da troppo tempo la Rai assomigliava tremendamente a Mediaset". Grande conclusione: "In tutta sincerità CartaBianca, con i suoi svalvolini e svalvoloni, era già bello pronto scivolare di là". 

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