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Stupro Palermo, Ermal Meta si sfoga: "Cani sotto i lupi? Ecco perché l'ho detto"

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Ermal Meta torna sulle sue parole (durissime) in cui ha messo nel mirino gli stupratori di Palermo, un branco di sette ragazzi che ha violentato una ragazza nella zona del Foro Italico. Il cantante aveva detto: "Li in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi “cani” auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos’è uno stupro lo schifo".

Poi il cantante intervenendo al Tg1 ha spiegato la sua posizione: "Le mie parole dettate dalla rabbia ma non ho scatenato odio. Quando subisci uno stupro quel dolore dura per sempre. Ciò che ho scritto è stato dettato dalla rabbia".

 

 

E ancora: "Ciò che ho scritto d'istinto è stato dettato dalla rabbia di un libero cittadino - continua - Il dolore non deve essere necessariamente personale per poterlo sentire. Ho conosciuto persone che hanno subito stupri e dopo vent'anni il loro dolore è ancora vivo". "Quando compi uno stupro - continua Ermal Meta - l'eco di quel crimine dura per tantissimo tempo. Io non ho conosciuto stupratori che hanno fatto 25 anni di galera, ma ho conosciuto vittime di stupro che hanno fatto 20 anni di psicofarmaci. Non è quella forse una prigione?", ha concluso. Uno sfogo che in pochi istanti è stato commentato sui social. 

 

 

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