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"Comandante", il film che apre il Festival di Venezia. Favino: "Perché siamo italiani"

Annamaria Piacentini
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Festival di Venezia. Ad aprire la Mostra Internazionale un kolossal da 15 milioni di euro “Comandante”  film in Concorso  diretto da Edoardo De Angelis. Protagonista Pierfrancesco Favino, uno dei nostri più grandi attori, nei panni del comandante Todaro, della Regia Marina Militare a cui è  stato affidato il sommergibile Cappellini. Era il 1940 e il film ci porta indietro nel tempo , quando una vita umana non valeva nulla. Il dovere di un soldato era quello di combattere, di vincere una battaglia, e di morire con onore. Il resto, non contava: nè famiglia, nè figli. C'era la guerra! La sfida del regista è quella di raccontare una storia realmente accaduta all'inizio della Seconda guerra mondiale. E quella  di  un uomo coraggioso che è stato capace di un gesto che lo ha fatto passare alla storia.

Partiamo da una notte più buia del solito, dove l'Oceano Atlantico forma onde alte oltre dieci metri e il dondolio del Cappellini diventa sempre più forte. Improvvisamente si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente. La nave improvvisamente apre il fuoco verso il Cappellini, che inizia un duro scontro  affondando il natante, ma salvando i 25 superstiti nemici finiti in mare. Questo film è capace di riportarci ai nostri giorni dove tutto sembra accanirsi in lotte senza confini, in guerre che distruggono e non risolvono nulla. Ci si chiede: ma dove sono quegli uomini coraggiosi che sfidavano la vita seguiti dall'affetto e dalla fiducia degli uomini? Il Comandante diceva: “Sarebbe giusto che ognuno facesse il proprio dovere. Alla domanda: perchè li avete salvati? I tedeschi li attaccano in branco e non li tirano fuori dall'acqua. La risposta del Comandante fu immediata: perché siamo italiani”.

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