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Horror a sorpresa: ecco "Mimì" di Brando De Sica

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Annamaria Piacentini
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Brando De Sica discende da una famiglia, che in fatto di cinema, è decisamente leggendaria: Il padre è Christian De Sica, La mamma Silvia è la sorella di Carlo e Luca Verdone, lo zio Manuel era uno tra i più grandi autori di colonne sonore, il nonno era Vittorio De Sica, la nonna l'attrice Maria Mercader. Brando è nato nel cinema e dal cinema ha imparato tutto. Non contento, ha studiato regia in America, seguendo gli insegnamenti di registi e intellettuali newyorkesi che tra un sit-in e una lezione di cinema hanno scoperto il suo grande talento naturale. Semplice, colto, professionale, Brando sa cosa vuole dalla vita. Ha messo in scena un horror sentimentale che si potrebbe anche definire uno gioiello, girato con una forza e una vitalità che lascerebbe a bocca asciutta anche Tim Burton. Il film lo ha ambientato a Napoli, città considerata esoterica   puntando la sua cinepresa in quella parte segreta fatta di sotterranei e cunicoli, dove tutto può accadere. Nella città campana vive Mimì, (Domenico Cuomo) un giovane pizzaiolo deriso dai ragazzi del quartiere per una malformazione ai piedi che lo rende diverso dagli altri. Un incontro fatale con Camilla (Sara Ciocca), una ragazza convinta di essere la discendente del conte Dracula cambierà la sua vita. Ma Dracula è esistito davvero?  Pare di sì. Si racconta che dopo la sua morte non fu sepolto in Transilvania, ma che le sue spoglie furono traslate dalla figlia a Napoli, dove riposerebbe nel Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova. Intanto, Brando nel film inserisce anche i cantanti neomelodici...che non arrivano certo dalle tenebre, visto che sono abbondantemente in sovrappeso.

Brando, cosa ti interessava raccontare nel tuo film?

“La fuga dai sogni, dall'adolescenza all'età adulta. La vita è piena di sfaccettature, i giovani cambiano e puoi vederli sotto ogni aspetto, vestiti da metallari o altro. Ma sono sempre loro, alla ricerca di un punto fermo”.

E quando, scrivi?

"Cerco la mia identità, amo il cinema e scrivendo comincio a capire ogni passaggio che vorrei mettere in scena. Non penso che un film dell'orrore debba essere per forza Scary Movie”.

Sono d'accordo, il tuo film è originale e per niente scontato.

“Come nella vita. Anche qui c'è quel concetto romantico dell'horror. Lascio liberi i fantasmi e questi demoni…un film è come un maiale, non si butta via niente”.

 Sono vegetariana...Dai, parliamo dei protagonisti?

“Hanno tante sfaccettature, mi piacciono, li amo.  Vengo da una famiglia di attori. Nella vita reale con Domenico è stato amore a prima vista. Mi sono reso conto che, come attore, era straordinario.

Viste le location scelte, è stato complicato girare a Napoli?

“C’era l'entusiasmo giravamo sei scene al giorno e abbiamo terminato in sei settimane. È andato tutto bene, dicono che è venuto fuori un buon lavoro”.

Assolutamente vero! Qual è il film che hai visto da ragazzo e che ti ha ispirato   sul tema splatter vampiresco?

“La notte dei morti viventi è stato un film che mi ha stregato, da allora mi sono appassionato al genere. Anche i racconti di Edgard Allan Poe sono stati molto importanti per me”.

Cosa ti auguri per il futuro?

“Di continuare il mio percorso. Sul set di Mimì il principe delle tenebre, con Domenico abbiamo lavorato molto, qualcuno ci ha paragonati a Johnny Depp  e Tim Burton. Mi auguro che lo diventeremo davvero.”

 

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