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Fedez, se il rapper fa politica anche sul sangue: l'ultimo scivolone

Massimo Sanvito
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«C’è tanta bella gente, non ho capito il senso della sua presenza. Questa cosa l’ha organizzata la fondazione Fedez con Avis e il Comune di Milano e io il signor La Russa non l’ho mai visto coinvolto e nemmeno la signora che ha detto che stava pensando di organizzare un evento (l’assessore regionale alla Famiglia, Elena Lucchini)». Testo e musica di Fedez, l’irritabilissimo rapper che allontanandosi nello stesso istante in cui Romano La Russa prende la parola riesce a trasformare in un ring politico persino il “suo” evento per sensibilizzare le donazioni di sangue dopo le emorragie interne (causate da due ulcere gastriche, ndr) che lo hanno ridotto in fin di vita. Benedette trasfusioni... «Faccio mea culpa per esserci arrivato tardi pure io perché ho dovuto viverci sulla mia pelle», ammetterà.

Sul La Russa versione imbucato, però, quella di Fedez si traduce in speculazione allo stato puro. L’assessore che tra le sue deleghe ha anche quella relativa alla Protezione Civile, corpo che con Avis ha un accordo a livello nazionale sul tema donazioni- era stato invitato. «Avis Nazionale e Avis Regionale Lombardia hanno invitato ufficialmente Regione Lombardia a presenziare all’iniziativa con un intervento di saluto istituzionale», specificherà Oscar Bianchi, il presidente della sezione lombarda di Avis, sconfessando le illazioni del rapper. Voleva tutti i riflettori soltanto sudi sé per la sponsorizzazione di un’iniziativa così nobile? È finito per mancare di rispetto non solo all’assessore – l’antipatia è legittima ma il mancato rispetto istituzionale per nulla – ma anche ai presidenti delle associazioni che hanno preso la parola dopo di lui (Croce Rossa, Fidas e Fratres). One man show.

 

Non richiesto. Soprattutto in una giornata d’inclusione come questa. «Io in polemica con Fedez? Non so neanche chi sia. Io sono qui perché sono stato invitato dai donatori di sangue e sono felice e orgoglioso di esserci. Di altri non mi può interessare e soprattutto quando si tratta di omuncoli», risponde a stretto giro l’assessore Romano La Russa. «È meritevole quello che ha fatto Fedez e lo ringrazio ma un minimo di rispetto per i presidenti delle associazioni sarebbe stata cosa gradita. Lui ha scoperto solo oggi Avis perché ne ha avuto bisogno, c’è chi invece da sempre dedica la sua vita a questo. Pensa di avere fatto un atto eroico, in realtà è stato un segno di maleducazione», aggiunge. 

Poi tocca al governatore Attilio Fontana: «Credo che il signor Fedez non conosca bene la situazione, perché noi, fino a prova contraria, collaboriamo e partecipiamo alle iniziative dell’Avis da molto prima che Fedez sapesse cosa è questa grande e importante associazione». Punto e a capo. Regione Lombardia dev’essere come il rosso per i tori per il signor Fedez, sempre pronto ad attaccare a testa bassa. Fece lo stesso in epoca covid, criticando insieme alla moglie la gestione dei vaccini perché tra le milioni di dosi somministrate si era perso, a suo dire, l’appuntamento della nonna. Non ha mai disdegnato, però, di farsi curare nelle strutture d’eccellenza della Regione che tanto infanga. E quindi gli diamo un consiglio: scenda finalmente in politica e si candidi se si diverte così tanto a tirare in ballo presidenti e assessori...

 

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